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Scuola
Maria Ida Settembrino
14 Ottobre 2018
(foto Tony Vece)
Sono 46 i bambini della scuola d’infanzia con un’età compresa tra i 3 e i 6 anni che a Potenza aderiranno alla concezione scolastica del metodo Montessori. Ieri, in una cerimonia ufficiale, si è tenuta l’inaugurazione della classe Montessori nella scuola primaria di via Anzio dell’istituto Comprensivo «L. Sinisgalli» del capoluogo lucano. Nella specie sono state inaugurate nel pomeriggio nella scuola dell’infanzia di Malvaccaro dell’istituto comprensivo Sono «Sinisgalli» di Potenza la Casa dei bambini, le prime sezioni dell’infanzia statali ad indirizzo Montessori in Basilicata. Il progetto prevede per il prossimo anno scolastico di potenziare il servizio con una ulteriore sezione e l’apertura di una prima classe primaria. Presente, tra gli altri, al taglio del nastro Vito De Filippo, ex sottosegretario di Stato all’Istruzione. «L’approccio montessoriano si fonda sul profondo rispetto dei bambini lavorando in collaborazione diretta con loro – ha spiegato la dirigente scolastica, Giovanna Gallo – anche il movimento e l’apprendimento sono interdipendenti poiché i piccoli decidono dove stare e si possono muovere liberamente senza una precisa autorizzazione della maestra. Il bambino assorbe con una grande facilità tutto ciò che lo circonda attraverso i sensi, infatti, la Montessori ha messo a punto una serie di materiali ed oggetti con i quali, il piccolo, riesce ad acquisire abilità specifiche attraverso il gioco e la sperimentazione manuale». «Nella concezione di Montessori, l’educazione non è un episodio della vita: essa dovrebbe cominciare con la nascita e durare così a lungo come la vita stessa. L’educazione è concepita da lei non soltanto come una trasmissione di cultura, ma piuttosto come un aiuto alla vita in tutte le sue espressioni». Queste parole di Mario M. Montessori sintetizzano lo spirito che informa tutto l’approccio educativo montessoriano e ne segnano la differenza rispetto all’istruzione tradizionale. La finalità di questo approccio non è solo quella di «istruire» per «trasmettere cultura», immettendo informazioni e nozioni disciplinari come avviene nella scuola tradizionale. La finalità è, invece, quella di e-ducare (portare fuori) il potenziale di cui ciascun individuo dispone, aiutandolo ad esprimersi al meglio in tutte le espressioni della vita e lungo tutto il suo percorso. Ma cosa significa per un genitore affidare il proprio bambino ad un metodo sì riscoperto, ma di cui si devono recuperare le tracce e che occorre attualizzare? Gli insegnanti sono convinti della solidità pedagogica del sistema e ringraziano i genitori che si sono affidati a questo nuovo ciclo: «Il metodo parte dai bisogni e dalle aspettative di ogni singolo bambino. L’obiettivo, del tutto naturale e spontaneo, è quello di portare alla ribalta la loro identità pedagogica», spiegano gli insegnanti del Sinisgalli.
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