Basilicata, abbattimento cinghiali: sì al piano regionale. Si potranno eliminare 5.600 esemplari
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Redazione online
26 Agosto 2018
POTENZA - L’accusa, neppure tanto velata, è che Potenza faccia «asso pigliatutto» mentre il resto del territorio continua a fare i conti con le carenze. Accade in diversi settori, a cominciare da quello sanitario. La Direzione strategica del San Carlo sta procedendo all’assunzione di dirigenti medici e gli ospedali territoriali, invece, boccheggiano per mancanza di camici bianchi, con alcuni reparti che addirittura rischiano la chiusura. La denuncia arriva dalla Uil Fpl per il tramite di Giuseppe Verrastro.
La situazione sta generando mugugni che si traducono in protesta dei vari comitati territoriali a Melfi, Villa d’Agri, Lagonegro e Pescopagano. «Le criticità - dice Verrastro - sono diventate insostenibili ovunque, soprattutto perché mancano infermieri, oss e medici.
Una condizione che, se non si affronta con decisione, è destinata ad aggravarsi per i numerosi pensionamenti previsti, a partire già dai prossimi mesi. Particolarmente delicato - aggiunge - è il continuo assottigliarsi dell’organico dei medici che rischia di portare al collasso l’intero sistema sanitario».
Il sindacato invoca l’apertura di un confronto urgente «se non si vogliono ulteriormente ridimensionare i servizi. Purtroppo si arriva con ritardo, in quanto gli allarmi che tante volte il sindacato ha lanciato sono rimasti inascoltati.
Già nel lontano 2011, in occasione del convegno sul Piano Socio Sanitario, la Uil Fpl lanciò l’idea, tra lo scetticismo generale, di istituire, presso il San Carlo e l’Università, una facoltà di medicina proprio per garantire un ricambio generazionale della dirigenza medica. Una proposta quantomai attuale che però oggi - fa rilevare il sindacalista - non può venire incontro alle esigenze del settore, tra l’altro, alle prese anche con lo smaltimento delle ferie estive e la concomitante babele delle mobilità in uscita.
La Uil Fpl, perciò, chiede di individuare una proposta funzionale ed efficace in grado di assicurare la presenza dei medici nei presidi, magari aumentando l’integrazione tra ospedale e territorio in modo da privilegiare l’appropriatezza delle cure. «Non si può continuare a navigare a vista - sottolinea Verrastro - costringendo medici, infermieri e Oss a turni massacranti e a sopperire all’ultimo momento alle assenze, alle malattie con ordini di servizio al limite della legalità.
È necessario da subito un segnale forte mettendo rapidamente in atto i piani assunzionali di personale sanitario, destinando il massimo possibile agli ospedali territoriali. Nel contempo - conclude il sindacalista - la Regione deve convocare con urgenza tutte le parti per trovare una soluzione e soddisfare così le esigenze dei cittadini e degli operatori che sono al limite delle loro forze».
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