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Emiliano: non basta una riunione, servono fatti

 

Venerdì 08 Dicembre 2017, 11:02

TARANTO - Il sindaco Rinaldo Melucci preferisce stare in silenzio per ora. Non così il governatore pugliese, Michele Emiliano, che lancia un nuovo fendente al ministro dello Sviluppo economico: «Calenda non aveva capito bene. Era convinto di aver convinto il sindaco a rompere l’asse con la Regione e a ritirare il ricorso. Pensava che il Comune potesse essere indotto a fare una cosa diversa rispetto alla Regione. Dopodiché, farebbe bene ad occuparsi d’altro rispetto all’Ilva e forse dovrebbe rimettere la questione ad altri membri del Governo. È molto confuso, come dimostrano anche le sue improvvisate tarantine», sottolinea ancora Emiliano riferendosi alla visita-blitz del ministro, che il governatore ha contestato per le modalità con cui era avvenuta.

«Sorpresa» per le dichiarazioni del ministro è invece quanto filtra dallo staff del sindaco di Taranto. Si fa notare che è assurdo legare la convocazione del Tavolo al ritiro del ricorso al Tar e si evidenzia che il ricorso sarebbe stato tolto, «con o senza la condivisione della Regione Puglia, una volta seduti al Tavolo e vista la piega della discussione sin dalle prime battute. In presenza di segnali chiari e in linea con le richieste della città - si fa presente -, nessuno avrebbe mantenuto il ricorso». Probabile che Melucci prenda posizione oggi, ma ieri sera a caldo ha preferito non farlo anche per non complicare una situazione già complicata di suo.

Prima che da Calenda arrivasse la doccia fredda, il presidente di Confindustria Puglia, Domenico De Bartolomeo, aveva definito in una nota «molto positivo» il fatto che il Governo avesse convocato una riunione sull’Ilva per il 20 dicembre. Per De Bartolomeo, «la ripresa tempestiva del dialogo è di fondamentale importanza per chi ha scelto di investire e dare un futuro all’Ilva, al suo indotto e ai suoi lavoratori. Noi crediamo che in questo momento debba essere fatto il massimo sforzo di mediazione possibile fra le parti per giungere presto, attraverso la collaborazione istituzionale, ad una soluzione condivisa».

Ieri, intanto, le Associazioni ambientaliste hanno detto in una conferenza stampa in Municipio: «Al Comune e alla Regione chiediamo che non si ceda di un millimetro sul diritto alla legalità. Ritirare il ricorso al Tar significherebbe rinunciare ad una verifica di legalità sull’operato del Governo che, con un decreto, ritiene di spostare al 2023 adempimenti importantissimi per la messa a norma degli impianti». E ancora: «Noi​ ​sosteniamo​ ​e​ ​sosterremo​ ​l’azione​ ​del​ ​Comune​ ​e​ ​della​ ​Regione​ ​se​ ​si​ ​impegneranno​ ​sul​ ​ripristino​ ​della​ ​vera​ ​legalità​ ​compromessa​ ​da​ ​questo Dpcm​ ​che​ ​consente​ ​di​ ​estendere​ ​l’immunità​ ​penale​ ​ai​ ​nuovi​ ​padroni​ ​dell’Ilva​ ​fino​ ​al 2023. La questione dell’immunità penale per l’Ilva rappresenta oggi il vero baricentro di tutta la questione». [d.palmiotti]

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