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Il Commento - E Nulla cambia

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Martedì 29 Agosto 2017, 10:56

di CARMELA FORMICOLA

Fiaccolate, indignazione, profluvi di commenti sui social. Quanti strepiti appena scoperto che nello zoo dello stadio San Nicola, a Bari, il sesso a pagamento era anche minorile. È cronaca di qualche mese fa, complice un cinico (e un po’ tarocco) servizio tivvù: in quell’occasione la città migliore ha fatto sentire il suo sdegno, i commentatori hanno commentato, il perbenismo ha trionfato sul male. Salvo poi scoprire, spenti i riflettori sociali e mediatici, che in quello zoo il «mercato» non conosce sosta, di giorno e di notte, col freddo e col sole cocente, con maschi, femmine, trans, stranieri, bambini. Con chi lo sceglie, di prostituirsi, con chi è costretto.
È delle ultime ore l'arresto di due rom di 37 e 20 anni: sfruttavano per fini sessuali due connazionali di 15 anni, due ragazzini. I rapporti avvenivano all'interno di un pulmino sventrato, tolti i sedili, il resto del vano era una sordida alcova con tanto di cuscini e tappetini.

Quando la polizia è arrivata, tre o quattro macchine erano in fila, clienti in attesa del proprio turno e velocemente scomparsi alla vista delle pattuglie, dileguati nella notte, tornati - chissà - alle proprie famiglie, alla propria vita «normale». Tolti i giudizi morali, tolti l’introspezione psicologica sui clienti, le motivazioni sociologiche, l’analisi su periferie, degrado e miseria, rimane la nausea. Perché è la «città sana» che approfitta di quel degrado, di quella miseria. È Bari interprete dello squallido viavai di ogni giorno tra il cemento dei parcheggi sterminati e l’asfalto della tortuosa viabilità dello stadio, quel saettare di fari, quei caroselli di perversa eccitazione, quell’andare a caccia chiunque sia la preda.

E le prede... brandelli di umanità dolente, fantasmi di giovinezza bruciata in fretta, corpi da riutilizzare all'infinito. Come si possano avere rapporti sessuali con questo universo di sofferenza, rimane un mistero. Eppure quello del sesso rimane un mercato fiorentissimo e ogni città italiana ha il suo zoo, che sia una metropoli o un borgo di provincia: più o meno segrete o periferiche, le zone dove si compra sesso si assomigliano tutte dannatamente nella loro tenebra.

E nulla cambia, come dimostrano gli ultimi arresti al San Nicola. «Siamo di fronte a un fenomeno endemico», ha commentato il presidente del Tribunale per i minorenni di Bari, Riccardo Greco. «Endemico», secondo la Treccani, è un aggettivo riferibile anche a «malattie» a «morbi». Allora è vero che siamo una società malata e - sia chiaro - qui non si punta genericamente il dito contro la prostituzione, non siamo acritici nostalgici della senatrice Merlin. C’è piuttosto un problema molto più ampio di abuso-sul-più-debole. Il sesso di cui parliamo non è «malato» perché qualcuno lo compra: provate a far domande a certi maschi e vedete se non vi rispondono che quello è il mestiere più vecchio del mondo e che quella è la pratica più diffusa al mondo. Ma, appunto, non è di prostituzione arcaica che stiamo discutendo. Questo dramma si chiama invece sfruttamento.

Minorenni piegati al volere degli adulti (nel caso dei rom sono i loro stessi parenti a lucrare dai rapporti sessuali) oppure ragazze straniere schiavizzate dalle organizzazioni internazionali che tolgono loro i documenti. E poi i clienti, i veri strumenti di «tortura» nelle mani degli aguzzini. Anche se accecati dalla loro depravazione, i clienti non possono non sapere delle condizioni di schiavitù, di margine, di sottrazione della libertà riservate alle loro «prede».

Riflettiamo sui mostri che abitano il nostro mondo, quando parteciperemo alla prossima fiaccolata di solidarietà per le piccole vittime.

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