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Emilano: «S.Nicola a Mosca
evento atteso da secoli»

 
Emilano: «S.Nicola a Moscaevento atteso da secoli»

Decaro: il Papa in visita a Bari il 6 dicembre? Io lo spero, poi vedremo

Domenica 21 Maggio 2017, 18:23

di Ninni Perchiazzi

BARI - San Nicola in viaggio verso Mosca. A 930 anni dalla «mirabile impresa» dei marinai baresi, oggi, un frammento delle reliquie del vescovo di Myra prende il volo in direzione Russia, in nome dell’ecumenismo e del cammino verso l’unificazione del mondo cristiano. Nella delegazione, assieme a monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, il priore della pontificia Basilica di San Nicola, Ciro Capotosto, il sindaco Antonio Decaro e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Proprio l’ex primo cittadino è stato uno dei principali fautori dell’intensificarsi dei rapporti italo russi, sulla scia del suo predecessore Simeone Di Cagno Abbrescia.

«Stiamo facendo un gesto, per volontà di Papa Francesco, che in Russia aspettavano forse da secoli - afferma Emiliano -. Siamo attesi una festa incredibile che durerà 4 giorni. Addirittura ci una manifestazione in onore di San Nicola sulla piazza Rossa».

In realtà è uno step un percorso ben più ampio.

«C’è la volontà di riconciliare popoli che si sono separati secoli e secoli fa. Il Papa sta lavorando col patriarca di Mosca per ricongiungere i cristiani nel mondo. E' una questione religiosa, politica e teologica importantissima».

E' opinione diffusa che le reliquie rischino di non tornare. Pronto a mandare nuovi marinai?

«Ma no. Anche le autorità politiche vanno in Russia proprio a garanzia del rientro che avverrà il 28 luglio, come ha imposto il Vaticano. In ogni caso si tratta di un gesto meraviglioso di amicizia a fronte di una richiesta antichissima. Tutto ciò per noi è un segno di speranza. La reliquia è scortata anche dal presidente della Regione, perché San Nicola è patrono del capoluogo e della Regione Puglia».

Insomma, sarete parte di un evento di portata storica.

«Siamo di fronte a un evento memorabile, un po' come quando abbiamo restituito la chiesa Russa al patriarcato di Mosca. Come potrete riscontrare, la chiesa costruita nel 1917 è piena di turisti, molti dei quali russi e provenienti dall'Est. E il flusso aumenta ogni anno. Basti pensare che per gli ortodossi, Bari, dopo Gerusalemme, è la prima metà più importante di pellegrinaggio. L'operazione “permuta” ha quindi restituito a Bari dei dividendi in termini di turismo».

Lo spartiacque è il vertice italo russo del 2007?

«Il vertice italo russo fu il primo contatto privilegiato tra il governo italiano e quello russo. Quel vertice nacque intorno all'idea della restituzione della Chiesa russa e al culto nicolaiano».

Ricorda qualche aneddoto?

«Ricordo che mi chiamò l’allora premier Romano Prodi chiedendomi di accelerare sulla procedura di restituzione della Chiesa, impedita da motivi tecnici. L'unico passaggio era scambiare la chiesa con un altro bene. Così restituimmo il palazzo della Prefettura, che noi non potevamo utilizzare e ci costava un sacco di soldi, ottenemmo la caserma Rossani e potemmo restituiren chiesa al patriarcato di Mosca. E penso che San Nicola ci abbia guidato».

A dire il vero la triangolazione immobiliare non fu così semplice.

«Doveva realizzarsi tutto il 6 dicembre del 2008, in cui era prevista anche la riapertura del Petruzzelli. Poi tutti sanno che ci impedirono di riaprire il teatro, provocando nell'ordine della storia un qualche sommovimento, anche perché qualche giorno prima morì il patriarca Alessio II. Saltò tutto».

In realtà, si trattò solo di un rinvio.

«Da lì partì un dialogo sotto la regia proprio di Kirill, allora metropolita di Mosca e successore di Alessio. Più volte a Bari e noi andammo più volte a Mosca per definire i dettagli della restituzione della Chiesa. Poi ci fu l'incontro a Cuba tra il Papa e il patriarca, che avviò il percorso di riconciliazione.

E qui entra in gioco il santo patrono.

«È un'operazione così delicata, per cui l'intervento di San Nicola a Mosca viene ritenuto necessario. Non si tratta di una mera traslazione contemporanea , ma di un gesto concreto per il dialogo ecumenico. Ora a San Nicola e a Bari viene affidato un ruolo centrale. Se persino i leader delle due chiese ritengono necessario un passaggio di questo tipo, evidentemente c'è la necessità che il popolo si riconcili. E il viaggio delle reliquie ha proprio questo scopo. Il legame tra i russi e Bari, con San Nicola che va a Mosca è ritenuto fondamentale nel percorso di riconciliazione»

Si sente emozionato?

«Più che emozionato, mi sento piccolo. Piccolo in un processo storico che va avanti da centinaia di anni che mi auguro porti alla riconciliazione dei cristiani».

Diceva di un ritorno di marketing territoriale

«Certo. In tutte le stagioni dell'anno Bari ha una costante presenza di pellegrini russi di tutti i ceti e poi c'è la possibilità di creare un business. E per un russo che vuole investire all'estero è' molto più facile farlo da Bari. Persino durante l'embargo il livello di scambio con Bari e la Puglia ha continuato a crescere».

Lei evoca spesso il nome di San Nicola. Ci spiega perché?

«È un fatto istintivo. Sono convinto che la sua presenza sia costante e diventi quotidiana se poi sei il sindaco di Bari. Idem se fai il presidente della regione. D'altronde San Nicola è diventato noto in tutto il mondo grazie a una capacità che non è solo religiosa. Quando succede qualcosa di buono, c'è la mano di San Nicola».

Nel frattempo il sindaco di Bari, Antonio Decaro, accarezza il sogno della visita di papa Francesco nel capoluogo pugliese in occasione del 6 dicembre, la festa liturgia nicolaiana. «Ci sono le condizioni perché avvenga. Io lo spero. Poi, vedremo...», dichiara il sindaco alla Gazzetta.

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