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Qualcuno seppe in anticipo delle indagini su Frisullo

 

Martedì 20 Settembre 2011, 08:44

02 Febbraio 2016, 23:48

BARI - Quando il «Corriere della Sera» pubblica l’intervista a Patrizia D’Addario che fa esplodere lo scandalo delle escort, Gianpaolo Tarantini e i suoi sodali entrano nel panico. Fanno ipotesi. Tentano di imbastire una strategia di difesa. E mostrano di essere in possesso di informazioni all’epoca riservate, come quella che riguarda il coinvolgimento di Sandro Frisullo nell’indagine sulla prostituzione.

Siamo al 17 giugno del 2009. Quel giorno, val la pena ricordarlo, Tarantini è già indagato per la sua attività di imprenditore nel settore sanitario: Gianpi lo ha scoperto solo un mese prima, il 18 maggio, quando una perquisizione nei suoi uffici baresi gli svela le intenzioni dei magistrati. Per quasi due anni, dunque, Gianpi non sa di essere intercettato, e infatti parla al telefono senza alcuna remora. È sua madre, alle 7,37 di quel 17 giugno, che dopo aver ascoltato un Tg locale lo informa della tempesta all’orizzonte. «Gli dice - annotano i finanzieri - che Patrizia D'Addario avrebbe fatto delle dichiarazioni sulle serate trascorse con Berlusconi e che era stata pagata da Gianpaolo».

Esattamente un minuto dopo Gianpaolo chiama il fratello Claudio. E mentre i due Tarantini si confrontano, allarmatissimi, sui contenuti dell’intervista che la escort barese ha rilasciato al «Corriere», nel Salento si svolge una scena molto simile. Con risvolti inquietanti.

Alle 7,41, quando i fratelli Tarantini sono presumibilmente ancora al telefono, l’imprenditore alberghiero Bruno Acquaviva chiama l’amico Roberto De Santis (all’epoca già sotto intercettazione) e «gli comunica le notizie riportate da Telenorba e pubblicate sul Corriere della Sera». I brogliacci della Finanza non documentano il prosieguo della mattinata. Ma dopo un salto di 12 ore, alle 19,25, riportano una telefonata di De Santis all’imprenditore Enrico Intini «il quale - è scritto nelle carte - gli dice che probabilmente è coinvolto anche Sandro [la Finanza annota: Frisullo, ndr] nella questione di Gianpaolo Tarantini che riguarda la prostituzione».

Ora, è un fatto che il 17 giugno l’indagine su Frisullo è ancora work in progress. Gli incontri tra l’allora vicepresidente della Regione e le ragazze pagate da Tarantini cominciano nel settembre 2008, e sono documentati nelle intercettazioni. Lo stesso Gianpi ne parlerà ai magistrati soltanto il 29 luglio 2009, cioè oltre un mese dopo l’intervista della D’Addario: e le accuse di corruzione a carico del politico Pd saranno formalizzate dalla Finanza ai magistrati con l’informativa del 29 gennaio 2010, quella che lo farà finire in galera.

Appare dunque singolare che il 17 giugno Intini possa parlare, seppure in termini ipotetici, del coinvolgimento di Frisullo «nella questione di Gianpaolo Tarantini». Lo sa per conoscenza diretta? Oppure è in possesso di notizie confidenziali, riservate, che escono dagli ambienti della procura? È una domanda che, allo stato degli atti, è destinata a rimanere senza risposta. Va tuttavia notato che il solito Gianpi a novembre farà mettere a verbale un altro elemento. «A maggio 2009, dopo la perquisizione [nei suoi uffici baresi, ndr] chiesi a De Santis, durante una cena alla Pignata, di informarsi per capire che tipo di indagine si stava svolgendo sul mio conto; feci questa richiesta immaginando per via delle sue conoscenze con persone di sinistra che avrebbe potuto farlo; notai un atteggiamento distaccato di De Santis; questi, tuttavia, mi assicurò che mi avrebbe fatto sapere contattando, in mia assenza, mio fratello». De Santis non darà seguito alla richiesta, e Tarantini non la prende bene: racconta di un incontro a piazza Navona, la sera dell’intervista al «Corriere», in cui Gianpi lo accusa di «non averlo avvertito». Tarantini dice di aver nuovamente incontrato De Santis qualche giorno dopo: «Ricordo - mette a verbale - che parlammo di Frisullo e io dissi che avrei potuto coinvolgere anche Frisullo avendo mandato anche a lui delle donne». Ma Intini e De Santis già lo sapevano.

m.s.
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