«In Islanda tutto è fantastico. Sono arrivato da poche ore e dopo i cinque giorni di quarantena obbligatoria potrò incontrare i partecipanti a questo viaggio in sicurezza nell’era Covid». Così al telefono - rigorosamente da WhatsApp (il roaming è un salasso) - Carlo J. Laurora, 29enne tranese giramondo. La sua competenza nell’organizzazione dei viaggi gli ha permesso di organizzarne uno «anche in questa pandemia». Chi volesse vivere questa emozione segua il suo profilo @italianyes su Instagram.
Finalmente sei partito?
«Si e in grande stile. Con gli ultimi dpcm il viaggio per turismo è tornato ad essere qualcosa di possibile. Ovviamente non ovunque ma solo in alcune destinazioni non troppo lontane da casa, come ad esempio l’Islanda. Per questo periodo di Pasqua ho organizzato un viaggio di gruppo nella terra del ghiaccio e del fuoco».
Organizzazione complessa?
«Organizzare qualunque spostamento in questo periodo trasforma una collina in una montagna invalicabile. L’unica difficoltà è legata all’organizzazione perché per quanto riguarda le adesioni dei partecipanti non c’è stato nessun problema. Tutto sold out in pochi giorni».
Cosa vuol dire viaggiare al tempo del Covid?
«Viaggiare al tempo del Covid vuol dire avere a che fare con aeroporti semideserti, una valanga di autocertificazioni che non vengono neanche lette a volte, tanti tamponi, pochissimi voli disponibili e servizi resi al minimo, ci vuole il triplo di organizzazione ed i tempi sono allungati per qualunque cosa. Ma non è impossibile anzi. Se le cose vengono fatte per bene credo che diventi più pericoloso vivere in città piuttosto che viaggiare nella foresta lappone».
E riprendere a viaggiare?
«Lo stop forzato ha provato tutti, ma ho notato che tornando a viaggiare si impiegano 5 minuti per tornare a sorridere. Il viaggio non è solo svago ma e terapia per l’anima ed in questo periodo siamo in tanti ad averne bisogno. Questo viaggio è destinato alle sole persone che hanno completato la vaccinazione contro il Covid e chi ha anticorpi e può presentare un certificato che lo attesti. Tutti prima di entrare in Islanda dovranno comunque effettuare un tampone molecolare nelle 72h prima dell’arrivo e prima di tornare in Italia effettueremo un altro tampone.
In un certo senso andiamo ad anticipare quello che sarà il passaporto sanitario di cui tanto si parla».
Che cosa vedrete?
«Tutto l’inimmaginabile considerando che questo viaggio è praticamente indirizzato verso un pubblico che ha vissuto l’emergenza in prima linea, tra le persone che mi seguono sulla mia pagina Instagram @italianyes ci sono tanti di questo settore, ed hanno accolto con entusiasmo la mia proposta. Viaggiare in sicurezza è possibile ed è quello che stiamo cercando di fare».
L’Islanda è nel tuo cuore?
«L’Islanda è un po’ la mia seconda casa e quindi approfitteremo di questo periodo senza turisti per vivere al meglio le attrazioni principali del sud dell’ isola. Sarà ancora più magico del solito. Tra le altre cose da qualche giorno in Islanda ha iniziato ad eruttare un nuovo vulcano, se saremo fortunati potremo anche ammirare la lava che crea nuova terra».
Il turismo è fiaccato?
«Ha sofferto tantissimo nell’ultimo anno e molte realtà sicuramente non riapriranno quando si tornerà alla normalità, Noi abbiamo rischiato grosso ma siamo ancora qui pronti per ripartire e ritrovare i sorrisi di tutta la gente che ci segue in mille avventure intorno al mondo.
Sicuramente senza una campagna di vaccinazione seria come quella fatta in paesi come UK, Israele o Stati Uniti ci metteremo più del dovuto, non ci resta che aspettare ed adattarci ai tempi che corrono».