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Taranto, la titolare del Box Office: «Il Covid ci ha fatto chiudere, ma lo spettacolo deve vivere»

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Taranto, la titolare del Box Office: «Il Covid ci ha fatto chiudere, ma lo spettacolo deve vivere»

«Il nostro settore abbandonato. Lasciamo aperto un spiraglio per quando tornerà la normalità»

Giovedì 07 Gennaio 2021, 12:14

«Abbiamo resistito circa un anno, con enormi sacrifici, con l’auspicio che il virus che continua a provocare grave dolore, potesse essere debellato. La pandemia ha dimostrato, invece, di essere più forte di qualsiasi grande impegno, produzione teatrale e musicale». La lettera pubblicata sulle testate giornalistiche da parte di Laura e Marina Forte, titolari del Box Office Taranto, ha il significato morale di una luce che si spegne sul palcoscenico. «Dopo oltre vent’anni di attività al servizio degli spettatori di tutta Italia, come titolare del servizio di rivendita dei biglietti - commenta con la Gazzetta Laura Forte - mai avrei pensato di dover sigillare la saracinesca di via Nitti 106. Purtroppo il Covid si è rivelato un nemico, di fronte al quale il mondo del lavoro, ad ogni livello di molte realtà, ha alzato bandiera bianca. Ed in questa lotta per la sopravvivenza, il nostro settore dello spettacolo è stato relegato in ultima fila».

Laura e Marina Forte hanno ereditato il Box Office dal padre Renato, uomo del teatro tarantino. Attore, regista e impresario, trent’anni fa aveva generato lo sportello dedicato alle informazioni e la vendita degli spettacoli. Un servizio indispensabile per chi gusta arte. Una prestazione che, dagli inizio del terzo millennio, con la biglietteria elettronica a regime, ha visto allargare la platea servita. «La nostra clientela - spiega alla Gazzetta Laura Forte - ha raccolto utenti da tutto il Paese, soprattutto dal Nord, con un servizio di informazione e di vendita di ticket di eventi, nazionali ed internazionali». Lo stop del Box Office è uno dei tanti dolori emessi dallo spettacolo italiano che, nel primo semestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (il 2019 che accertava il +2.9% del prodotto nazionale rispetto al 2018), ha certificato una voragine di perdite pari al 72.9% con una spesa al botteghino scesa di oltre 847 milioni (-66,9%). In questo «rosso» denunciato dalla Siae, vi è finito anche il destino del Box Office Taranto il quale, adesso, lascia l’opera ufficiale di rivendita dei biglietti dello spettacolo in Puglia in dotazione solo a Bari, collocato all’interno del Feltrinelli Store. «Rispetto allo sportello barese che opera in un contesto commerciale come nella maggioranza dei casi in Italia - spiega Forte - noi a Taranto lavoravamo da soli e questo ha contribuito ad abbassare le nostre difese finanziarie di fronte all’aggressività del Covid».

Gli ultimi biglietti staccati dalla rivenditoria di via Nitti sono quelli del concerto dei Musica Nuda del 17 ottobre scorso per il «Taranto Jazz Festival». Quel live dell’acclamato duo italiano voce-contrabbasso, evidenzia Laura Forte, «ha paradossalmente accertato, nel contesto del Covid, come il teatro Fusco che ospitava l’evento sia una struttura totalmente in sicurezza». L’esempio dell’impianto comunale di via Giovinazzi vale come conferma generale guardando all’unico caso di positività registratosi nello spettacolo dal vivo italiano, su una platea di 347.262 unità che hanno assistito a 2.782 show nel periodo 15 giugno-3 ottobre 2020. Quello 0,0002 di contagiosità dell’arte, secondo lo studio dell’Agis, rappresenta la beffa nel danno del Coronavirus. Un effetto pandemico che costringe il Box Office Taranto alla chiusura, di fronte alla quale «la nostra clientela affezionata e le istituzioni locali ci hanno dimostrato grande vicinanza» evidenzia Laura Forte, la quale ribadisce che «resta in itinere il rapporto di stima e fiducia con l’utenza relativamente alla modalità di rimborso e alle info sugli spettacoli che riprenderanno non appena un decreto ministeriale consentirà di tornare ad assistere a qualsiasi rappresentazione nella massima sicurezza».

Ma la resa del Box Office di fronte alla crisi alimentata dal Covid, «che si è abbattuto su un territorio fiorente dal punto di vista culturale, non potendo contare su misure assistenziali sufficienti» spiega Forte, lascia comunque uno spiraglio aperto. «Il richiamo del mondo dello spettacolo è potente e noi amiamo il nostro lavoro. Dunque vogliamo sperare che, una volta che il Covid lascerà il posto alla normalità, la nostra attività possa riprendere. A riguardo, una volta metabolizzata questa dolorosa chiusura, potremmo ragionare su una sinergia imprenditoriale, pensando di poterci affiancare a qualche altre attività del nostro ramo lavorativo». Dunque, quello del Box Office Taranto potrebbe essere un arrivederci e non un addio.

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