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Paolo Sassanelli: «Noi attori segregati in casa e lontani dalle amate scene»

 
Pasquale Bellini

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Pasquale Bellini

Paolo Sassanelli: «Noi attori segregati in casa e lontani dalle amate scene»

L'attore barese e la moglie Marit Nissen, fra stage online e fiction tv

Giovedì 12 Novembre 2020, 11:40

Ormai noialtri attori siamo davvero come un «gruppo di famiglia in un interno», chiusi e sbarrati dentro questo appartamento del Covid. Specie se si è attori in coppia, poi».
A parlare è Paolo Sassanelli, attore barese, ma trapiantato da secoli nella Roma dei film e delle fiction: parla di sé nonché della moglie Marit Nissen, attrice anche lei, nata tedesca, ma naturalizzata italo-barese stante la lunga contaminazione con Sassanelli. Da cui anche due figli, Lilian e Ian.

Di cosa sente soprattutto la nostalgia in questo periodo, Sassanelli?
«Del teatro in ribalta naturalmente, anche se lo dicono tutti. Per dire, io in questo periodo dovevo essere a Bari, al Teatro Abeliano con una mia “prova d’attore”, inserita nella serie Solisti, dal titolo Volevo fare l’attore. Era prevista per il 26 di questo mese di novembre, ora è stata rinviata al 21 gennaio dell’anno prossimo. Sempre nella speranza che non vi siano altri intoppi, altri lockdown. Lo stesso dicasi per lo spettacolo che dovrei dare in debutto, sempre a Bari ma al Teatro Kismet, in dicembre verso Natale: è un testo di Alessandro Piva, che cura anche la regia, Quanto basta, dove sono (sarei!) in scena accanto a Lucia Zotti. Una storia, quella appunto di una vecchia coppia “in un interno”, sospesa fra comicità e malinconia. Staremo a vedere se la cosa va in porto, anzi in scena».

Questo per quanto riguarda il teatro dal vivo, fra programmazioni, sogni e bisogni. Ma intanto, «nel frappé» come si suol dire, che fa l’attore Sassanelli, come impiega le sue giornate?
«Intanto, nel frappé!, la vita e il lavoro continuano. In streaming partecipo attivamente a questo Collecting Zoom per attori. Una sorta di “palestra di allenamento” per attori e affini, perché riteniamo che occorra lavorare in continuazione, per non perdere il gusto e per non dimenticare il mestiere. Offriamo spazi per insegnanti e insegnamenti. Adesso, per esempio, stiamo lavorando sul Giulio Cesare di Shakespeare, con tutta una serie di “provini”, ovviamente online».

Niente fiction televisive in lavorazione?
«Ebbene sì, e sia reso grazie alla Madonna - benedice Sassanelli -. È in produzione per la Rai una nuova serie de L’ispettore Coliandro, la fiction tratta dai personaggi di Carlo Lucarelli, con protagonista Giampaolo Morelli e con la regia dei Manetti Bros (cioè i fratelli Marco e Antonio Manetti). Io interpreto uno dei colleghi di Coliandro, sono l’ispettore Gamberini. Il tutto nella serie di Coliandro è ambientato, com’è noto, a Bologna, sicchè spesso mi tocca fare il pendolare fra Roma e Bologna, per fortuna!».

Come dire che lo spettacolo «eppur si muove». Vale lo stesso per lei, Marit Nissen?
«Sono, sarei, impegnata - risponde l’attrice nonché, come s’è detto, consorte del Nostro - in alcuni film realizzati a cura del Teatro dell’Elfo di Milano. Certo Milano, in questo periodo, non è la location ideale, ma per l’appunto “la guerra (quella dello spettacolo) continua!».

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