Scoperto un meccanismo fondamentale nel 70% delle reazioni di rigetto dei trapianti di rene («rigetto anticorpo mediato»). Reso noto sulla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology, il risultato potrebbe aprire la strada a nuove terapie anti-rigetto con farmaci già in uso con altre indicazioni.
Lo studio si deve a Giuseppe Grandaliano, direttore della UOC di Nefrologia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS in collaborazione con le Università di Bari, Foggia e Padova.
I ricercatori hanno scoperto che nel corso della forma più comune di rigetto del rene trapiantato interviene una sorta di reazione allergica all’organo sostituito, associata a una aumentata produzione di interferone-alfa.
Lo scorso anno in Italia sono stati eseguiti 1799 trapianti di rene e la lista d’attesa contava 6573 pazienti. La percentuale di «fallimento» del trapianto di rene a 10 anni è di circa il 40%. Quasi metà dei fallimenti è legata al rigetto dell’organo trapiantato. Il rigetto anticorpo-mediato da solo rappresenta circa il 70% delle cause di perdita di funzione del rene trapiantato. Finora tutti gli approcci terapeutici utilizzati per trattare il rigetto anticorpo-mediato non hanno avuto il successo sperato e al momento non esiste una terapia codificata per questa condizione.