PARIGI - Mentre la situazione nei trasporti pubblici in Francia sembra tornare alla normalità, dopo dieci giorni di scioperi che hanno bloccato il paese, non si placa invece la protesta degli studenti universitari contro la riforma che concede autonomia agli atenei. Oggi la Sorbona è rimasta chiusa tutto il giorno dopo che questa mattina si erano verificati alcuni incidenti tra studenti pro e contro il blocco della famosa università parigina.
Così se un fronte della protesta, quello dei ferrovieri, si sta chiudendo con grande soddisfazione del presidente francese Nicolas Sarkozy - «questa riforma delle pensioni l'ho promessa e l'ho mantenuta», ha detto oggi - resta aperto quello degli studenti universitari.
Dopo la manifestazione di ieri, che aveva portato diverse migliaia di giovani nelle vie della capitale, gli studenti - secondo quanto ha riferito l'Unef, il principale sindacato degli universitari - hanno votato questa mattina il blocco della Sorbona.
Già prima delle 9, un gruppo di manifestanti - una quindicina, secondo quanto comunicato da una portavoce dell'ateneo - avrebbero quindi impedito l'ingresso agli studenti che volevano seguire i corsi. È a quel punto che sarebbero nati dei tafferugli. Una giovane è stata strattonata e presa per i capelli. Lo spunto per il presidente della Sorbona di chiudere le facoltà fino a lunedì «per cercare di calmare la situazione, e sperando che il buon senso prevalga», aggiunge la portavoce dell'università.
Più calda la situazione, invece, questa mattina a Rennes, in Bretagna, dove la polizia è intervenuta per allontanare una quarantina di studenti che bloccavano l'ingresso delle facoltà.
In tutta la Francia sono ancora 50, su 85, gli atenei bloccati. La protesta si è allargata anche ai licei e alle scuole medie superiori con un'ottantina di istituti ancora chiusi.
Il conflitto dura ormai da quasi tre settimane. E Bruno Julliard, il presidente dell'Unef, ha invitato ancora oggi gli studenti a continuare a manifestare e a scendere di nuovo in piazza martedì prossimo. Per Julliard un ritorno alla calma è possibile solo se il governo è disposto «a negoziare al più presto». Il ministro dell'educazione Valerie Pecresse si è detta a sua volta pronta a fare concessioni, ma non intende tornare indietro sul principio dell'autonomia.
Venerdì 23 Novembre 2007, 19:52
03 Novembre 2024, 18:41