SCANZANO JONICO - E’ un «appello umano, nel nome della legalità», quello formalizzato da Cittadinanzattiva e Tribunale per i diritti del malato (Tdm), con la segretaria regionale Francesca Picciani, la presidente regionale Maria Antonietta Tarsia e il rappresentante territoriale del Tdm, Vincenzo Genovese, sullo «strabismo» dei due autovelox installati dal Comune di Scanzano Jonico lungo la Statale 106. Le associazioni si rivolgono al prefetto di Matera, ai sindaci, ai presidenti di Regione e Provincia, oltre che ad Anas e ministero dell’Interno. Nel mirino i due apparecchi installati di recente dal Comune di Scanzano dopo la foce del fiume Agri e nei pressi del bivio per Terzo Cavone.
Il primo in direzione Nord, opera su di un breve tratto con limite di 90 km/h, a fronte di quello generale fissato a 110. Questo induce gli automobilisti a commettere errori di valutazione, cadendo in quella che appare un’autentica trappola. Che dire poi dell’autovelox installato a Terzo Cavone in direzione Sud, che si trova a meno di un chilometro e mezzo da quello già esistente da anni nel territorio di Pisticci e nella stessa direzione? Lo stesso giorno uno sfortunato automobilista che dovesse superare il limite di 110 km/h, potrebbe incorrere in due multe comminate da due Comuni diversi in poche centinaia di metri. Più che sistemi di prevenzione e controllo della velocità, per Cittadinanzattiva e Tdm, gli apparecchi rappresentano un metodo soppressivo, che mina le economie già fragili delle famiglie. Che dire, infine, del tratto tra Rotondella e Nova Siri, dove il limite della 106 Jonica, superstrada a quattro corsie, scende a 50 km/h?
Anche su questo si chiede un chiarimento alle autorità, con l’appello ad adeguare il limite di 110 in corrispondenza dell’apparecchio dove oggi è inspiegabilmente a 90. «Una questione che ci è stata segnalata da numerosi cittadini del Metapontino e non solo, con crescente preoccupazione e senso di smarrimento. -argomentano le associazioni di cittadini- Come cittadini, ma soprattutto come persone quotidianamente impegnate nell’ascolto e nell’accoglienza dei bisogni della popolazione più fragile, ci sentiamo in dovere di segnalare questo paradosso. Non siamo tecnici è vero, ma per il ruolo che ricopriamo – in ospedale, tra la gente, a contatto con chi vive difficoltà economiche e problemi di salute – raccogliamo quotidianamente il peso e la sofferenza di chi, per una lieve distrazione o per aver superato di appena 2, 3 o 5 km/h il limite, si ritrova con una sanzione che in alcuni casi compromette il già fragile equilibrio economico familiare. Sono lavoratori, anziani, pazienti, cittadini comuni che percorrono quel tratto per raggiungere l’ospedale di Policoro, o per motivi familiari. Chiediamo, infine, agli organi preposti una verifica attenta e puntuale della legittimità e conformità tecnica (omologazione) di tutti gli autovelox presenti su quel tratto di Statale».