Sabato 06 Settembre 2025 | 14:55

Gorgoglione, da 12 anni convive con una protesi infetta: l'appello alla Regione

 
Antonio Corrado

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Antonio Corrado

Gorgoglione, da 12 anni convive con una protesi infetta: l'appello alla Regione

Le peripezie di Rosario Viola per avere aiuti concreti e risolvere il problema

Venerdì 20 Dicembre 2024, 11:20

GORGOGLIONE - Ha 53 anni e vive a Gorgoglione, uno dei centri più piccoli e sperduti della provincia di Matera, dove la vita e ancor di più l’assistenza sanitaria diventano complesse, soprattutto se si deve combattere da 12 anni con le complicanze di un intervento ortopedico. La Gazzetta ha raccolto il grido di dolore di Rosario Viola, che da anni si rivolge alle istituzioni per chiedere aiuto senza risultati apprezzabili. «Sono nato con una lussazione congenita bilaterale delle anche, in emiparesi spastica all’emilato destro. -racconta Viola- A luglio 2002 si rese necessario sottopormi a un intervento chirurgico di artroprotesi all’anca sinistra, che feci all’ospedale «Madonna delle Grazie» di Matera. Meno di un anno dopo, a marzo 2003, è comparsa un’infezione da protesi infetta e dopo un anno di sofferenze e tribolazioni, a marzo 2004 si è resa necessaria una revisione di protesi dovuta proprio a questa complicazione. Quindi varie pulizie chirurgiche e i viaggi della speranza per quattro anni all’Istituto «Codivilla Putti» di Cortina d’Ampezzo (Bl) per provare a risolvere questo problema, che ad oggi ancora persiste secernendo pus e sangue da delle fistole situate alla parte laterale del femore.

Non posso rioperarmi altrimenti andrei a complicare ulteriormente la situazione. -rimarca disperato Viola- Sono in Assistenza domiciliare integrata (Adi), quindi tre volte a settimana deve venire l’infermiere a medicarmi, e qui scatta il paradosso perché l’operatore non può prendere il materiale necessario dalla farmacia dell’ospedale in quanto non gli viene fornito, o se a volte viene fornito lo danno con il contagocce, quindi devo pagarlo io». Da qui l’appello di Viola, che di fatto è una persona con disabilità dunque fragile: «Se contatto le istituzioni sono sorde -prosegue- ho provato anche a inviare segnalazioni e pec alla Regione, senza ricevere alcuna risposta. Allora -conclude disarmato Viola- se viviamo in una regione dove la sanità fa acqua da tutte le parti, perché sostengono ancora che abbiamo un servizio di buona qualità? Purtroppo io vivo tanti disagi quasi quotidianamente, anche prenotando visite ed esami diagnostici -conclude- e posso confermare che in Basilicata abbiamo un servizio sanitario di scarsissima qualità, e se non si può pagare di tasca propria si rischia anche di morire».

Quindi la proposta di Viola: «Invece di dare contentini con i vari bonus gas, acqua, ecc., non sarebbe meglio investire in servizi utili per i cittadini lucani?». Una storia come tante in Basilicata, dove molto spesso si deve combattere con budget ridotti e liste d’attesa intollerabili anche in presenza di problemi cronici come quello di Viola, al quale probabilmente basterebbe risparmiare la spesa di farmaci e bende per la medicazione, che nel suo caso sono di fatto un salvavita. Un caso analogo si sta verificando con il budget annuale stanziato dalla Regione per gli esami diagnostici, che si è esaurito prima del 31 dicembre 2024, costringendo tanti pazienti lucani a dover attendere l’aggiornamento 2025 anche solo per una banale Tac.

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