MATERA - Fosse una partita di calcio, parleremmo di una sconfitta dell’Azienda sanitaria di Matera per tre a zero. La verità è che non ci sono voli pindarici da fare sul «dossier sanità».
Per la terza volta in pochi mesi, i vertici della azienda sanitaria perdono la battaglia in Tribunale. L’ultima notizia che suona come il terzo ceffone per come viene gestita l’azienda sanitaria materana, arriva ieri dalla sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Matera, Sabino Digregorio: ha disposto il trattenimento in servizio della neurologa Maria Gabriella Coniglio, direttrice di struttura complessa, quindi, un primario. E per giunta, punto di riferimento per quasi mille persone conla Sla. E non sono poche quelle di regioni limitrofe. È per questo che il silenzio della Asm alla richiesta della neurologa di proseguire il servizio lavorativo fino ai 70 anni (ex art.15 nonies d.lgs. 502/1992) è suonato come un boato assordante.
Per due volte, il 29 novembre 2022 e l’8 maggio 2023, la neurologa ha chiesto di poter prolungare l’attività di servizio. Ma l’8 maggio, il «regalo» della pensione è stata una telefonata che annunciava la delibera con la quale la Asm risolve il contratto di lavoro a partire dal giorno successivo, il 9 maggio. Contro quel provvedimento, la neurologa è insorta, difesa dall’avvocato Margherita Veglia. E il giudice del lavoro le ha dato ragione su tutti i fronti.
La Asm, che non si è costituita in giudizio, è stata condannata in contumacia; il ricorso per il trattenimento in servizio fino al primo aprile del 2026 (70 anni) è stato accolto; la risoluzione del rapporto disposta dall’amministrazione sanitaria a decorrere dal 9 maggio è stata dichiarata illegittima e l’Azienda sanitaria condannata non solo a reintegrare subito il direttore dell’unità complessa ma anche a pagarle le retribuzioni e con interessi legali, dal 9 maggio. Non basta. Il giudice Digregorio ha condannato l’Azienda sanitaria locale di Matera al pagamento di tutte le spese legali, una cifra che supera 4mila euro. Soldi, vale la pena ricordarlo, che saranno scuciti da tutti noi contribuenti.
Insomma, una vittoria su tutti i fronti che fa rumore. Anche in positivo. Esprime soddisfazione, Erasmo Bitetti, responsabile comunicazione Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale): «Appare poco probabile che, dopo il deposito della sentenza, l’Asm voglia ricorrere in appello. Auguriamo perciò alla dottoressa Coniglio, cui rinnoviamo la nostra stima, che possa riprendere quanto prima il suo lavoro come dirigente della struttura complessa di neurologia presso l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera».
Anche il direttore sanitario Gaetano Annese ha vinto la stessa battaglia e ha ottenuto una sentenza con la quale viene disposto il trattenimento in servizio. Ma nel suo caso, la Asm si è costituita in giudizio e ha impugnato la condanna nel secondo grado di giudizio. Vicenda insomma non ancora conclusa. Come non c’è ancora il verdetto finale sull’altra sconfitta giuridica della Asm, quella che riguarda il direttore amministrativo Marcello Tricarico, revocato per difetti di titoli: il giudizio è pendente davanti al Tar perché Tricarico ha impugnato la revoca, ma un direttore amministrativo, alla Asm, non c’è. E nonè una cosa da poco perché è una figura apicale che impatta con scelte e decisioni che hanno un forte riverbero sull’assistenza e cura sanitaria.
Ma oggi è il giorno felice, quello in cui s’ incastra di nuovo al suo posto il tassello auspicato dai quasi mille pazienti con la Sla che avevano Maria Gabriella Coniglio come riferimento. Che cosa succederà in concreto lo si vedrà nelle prossime ore e forse settimane. All’orizzonte si addensano altre nuvole nere, perché l’altro neurologo in servizio, Giuseppe Santarcangelo, andrà in pensione il primo settembre. Potrebbe non essere sostituito. Il che suonerebbe come un voler spuntare le frecce all’arco di Coniglio. Il guaio che a pagarne le conseguenze peggiori saranno le persone con la Sla. Non i burosanitari.