MATERA - Un bazar della droga nella nuova Matera del «Quadrifoglio». Nell’armadio della camera da letto di un appartamento, sette chili di hashish e più di mezzo chilo di cocaina. Altri due chili di hashish, sotto il sedile dell’auto. Un bazar attrezzato non solo per rifornire forse all’ingrosso, ma anche per la vendita al «dettaglio»: il bilancino di precisione, il materiale utile al confezionamento e il via via di tossici, a due passi dalla stazione di Villa Longo, snodo ferroviario Fal.
Venerdì (la notizia è stata resa nota solo ieri) sono finiti in manette Giovanni Iaia, 55 anni, nato a Taranto ma a residente da anni a Matera, e Francesco Belfiore, 24 anni, materano. Iaia, che stando alle prime notizie trapelate ha più di un precedente di polizia, è in carcere a Matera. A Belfiore, incensurato, dopo l’interrogatorio di garanzia, il gip ha concesso gli arresti domiciliari chiesti dal difensore di fiducia, Giovanni Dalmonte.
I due sono accusati di gestire la piazza di spaccio: immessa nel «mercato», la droga sequestrata avrebbe fruttato non meno di 144mila euro. Ma sono anche altri i particolari che inquietano: nell’abitazione di Belfiore, oltre alla droga e a 515 euro in contanti, sono stati trovati anche trenta proiettili calibro 7.65 non dichiarati, ma non la pistola. Insomma, chi gestiva la «piazza» aveva la necessità di armarsi. Tanto più se il «deposito»serviva come base per fornire altri specciatori.
Iaia è stato fermato per strada, dopo che alcune strade del Quadrifoglio, da via Del Cardo a via del Mirto, a via della Salvia, sono state messe sott’osservazione. Nascosti nell’auto guidata da Iaia, sono stati trovati i due chili di hashish confezionati in panetti, e gli investigatori non escludono che fossero pronti per essere ceduti probabilmente ad altri spacciatori.
Il 55enne aveva chiavi di casa: sono quelle dell’abitazione di Belfiore che custodiva la «roba». Ed è questo che farebbe pensare a un sodalizio nella gestione del bazar tra i due sospettati, innocenti, ricordiamolo, fino a condanna definitiva. Quali fossero i ruoli e se ci fossero collegamenti con altre holding del crimine organizzato che investono sui dividendi della droga, non è dato sapere. Resta l’inquietudine di un quartiere dove s’è insediata una «centrale» dello spaccio e già teatro di altri momenti di panico come quello di un incendio provocato da un’esplosione in via Del Cisto.