Da venerdì 14 aprile le Teche Rai ripropongono su RaiPlay (https://www.raiplay.it/programmi/roccoscotellaro) il film TV del 1979 Rocco Scotellaro, omaggio al poeta, scrittore e uomo politico lucano di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita (19 aprile 1923).
Andata in onda sulla seconda rete il 10 marzo 1979, l’opera è il racconto degli episodi salienti della vita di Scotellaro, figura chiave della nuova cultura meridionalista nell’Italia del dopoguerra, al pari di altri intellettuali come Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria.
Nato a Tricarico (Matera), Rocco Scotellaro era figlio di un calzolaio e di una sarta che in paese scriveva e leggeva la corrispondenza degli emigrati per i famigliari rimasti, ed ebbe la possibilità di studiare giurisprudenza a Roma, pur senza laurearsi. Tornato in paese nel 1942, dopo la morte del padre, si impegnò in politica nel Partito socialista, lottando a fianco dei contadini della sua terra per il miglioramento delle loro condizioni di vita, nel 1946 venne eletto sindaco.
Alcune false accuse, montate contro di lui dagli avversari, lo portarono in carcere nel 1950 per più di un mese; dopo quest’amara esperienza, sebbene assolto con formula piena, Scotellaro preferì ritirarsi dall’attività politica per dedicarsi alla letteratura e agli studi, senza però mai separarli dal profondo e sollecito interesse per il mondo contadino e più in generale per la questione meridionale.
I suoi lavori furono tutti pubblicati dopo la morte, avvenuta a soli trent'anni nel 1953: è il caso delle raccolte poetiche (da «È fatto giorno», Premio Viareggio 1954) e dei racconti ("Uno si distrae al bivio"), ma soprattutto di due importanti testi lasciati incompiuti come il romanzo autobiografico «L'uva puttanella» e l’inchiesta «Contadini del Sud».
A far rivivere un’esistenza così breve ed intensa sul piccolo schermo alla fine degli anni Settanta, in un momento di rinnovata attenzione per la personalità di Scotellaro, furono un interprete d’eccezione come Bruno Cirino, già indimenticabile volto televisivo nel capolavoro di Vittorio De Seta «Diario di un maestro», il regista teatrale Maurizio Scaparro (recentemente scomparso) e la scrittrice e drammaturga Maricla Boggio, autrice della sceneggiatura. Il copione fu rielaborato più volte nel corso di un lavoro di ricerca durato due anni: questo lungo percorso preparatorio sfociò in quattro settimane di riprese nei luoghi del poeta lucano, con il coinvolgimento della popolazione di Tricarico.
Di quest’approccio «partecipato» rimane la piccola testimonianza del dibattito trasmesso subito dopo il film, dibattito nel corso del quale la stessa Maricla Boggio dava la parola ad alcuni cittadini riuniti per la visione, non soltanto vecchi conoscenti di Scotellaro ma anche giovani attratti dalla sua esperienza. Del resto, l’attività di Scotellaro in ambito sia politico che letterario fu caratterizzata proprio dalla volontà di rendere protagonisti uomini e donne di quell'aspro mondo rurale che tanto aveva a cuore, con iniziative come l'ospedale civile creato con il contributo di tutti, ma anche con il tentativo di restituire nelle proprie opere una voce ai contadini, fino ad invitarli a raccontarsi in prima persona.
Proprio quest’aspetto così moderno della personalità dello scrittore di Tricarico è al centro della narrazione costruita da Boggio, che sul Radiocorriere sottolineava come Scotellaro spingesse «i contadini a muoversi autonomamente, senza attendere, come in passato, le indicazioni dall’alto». La versione del film presentata su RaiPlay è quella trasmessa nel 1981 all’indomani della scomparsa, anch’essa prematura, di Bruno Cirino, ricordato dal regista Scaparro in apertura come l’attore ideale per dare corpo e voce a Rocco Scotellaro, personaggio del quale condivideva molto: su tutto, il cercare «con ottimismo disperato di coniugare politica e poesia».
IL 19 APRILE AL VIA LE CELEBRAZIONI
Con un omaggio alla tomba, a Tricarico (Matera), il 19 aprile, alle ore 9.15, cominceranno le celebrazioni per il centesimo anniversario della nascita di Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e intellettuale, sindaco della cittadina materana dal 1946 al 1950, e poi morto nel 1953 a Portici (Napoli).
Lo ha annunciato, in una nota, l’Apt (Azienda di promozione turistica) della Basilicata, specificando che «la Regione Basilicata, attraverso la stessa Apt, con la collaborazione della Fondazione Matera Basilicata 2019 e del Comune di Tricarico, promuove un programma di iniziative e produzioni culturali di rilievo nazionale ed internazionale».
Nella nota è ricordato che «Scotellaro ha segnato la cultura e la storia del Novecento. Un’esperienza umana e artistica, purtroppo breve, che non smette di suscitare interesse per i contenuti e i valori che ha saputo esprimere, ben oltre la modernità. Il programma coprirà un intero anno a partire dal 19 aprile, data di nascita di Scotellaro fino al 15 dicembre, data della sua scomparsa, ed è stato curato dal comitato scientifico composto da Giuseppe Appella, Critico e storico dell’arte; Giulia Dell’Aquila, Curatrice dell’opera di Scotellaro, Università di Bari Aldo Moro; Goffredo Fofi, Critico letterario e cinematografico; Sebastiano Martelli, Curatore dell’opera di Scotellaro, Università di Salerno; Franco Vitelli (coordinatore), Curatore dell’opera di Scotellaro, già professore ordinario presso l’Università di Bari Aldo Moro».
Il programma delle celebrazioni verrà presentato ai giornalisti, alle istituzioni e alla cittadinanza nel corso di una cerimonia che si terrà il 19 aprile, alle ore 11, al Teatro Stabile di Potenza.