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Manca la plastica, a Matera il mobile imbottito rischia di sedersi

 
Donato Mastrangelo

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Donato Mastrangelo

Salottificio

Un salottificio in una foto d'archivio

La situazione è paradossale: gli ordini vanno a gonfie vele ma scarseggia il poliuretano

Giovedì 06 Ottobre 2022, 12:53

MATERA -  Esportazioni in alcuni casi lievitate anche a livelli pre-pandemici ma adesso il Distretto del Mobile Imbottito della Murgia rischia di sedersi per l’assenza di materie prime.

Una situazione per certi versi paradossale che mette a nudo le contraddizioni dei mercati internazionali condizionati dalla guerra in Ucraina e dal caro energia. Dal settore del mobile imbottito arriva così l’allarme materie plastiche. L’unico produttore europeo di TDI (Diisocianato di Toluene, la molecola da cui si ottiene il poliuretano e altri materiali plastici) una multinazionale tedesca, nei prossimi giorni fermerà la produzione a causa degli elevati costi energetici. Non solo i salottifici, ma tutte le imprese che utilizzano materie plastiche a base poliuretanica saranno in difficoltà. Dietro l’angolo lo spauracchio è il ricorso alla cassa integrazione. a cui era stato fatto ricorso durante gli anni bui della crisi del comparto. Importare il TDI dagli USA o dalla Corea del Sud (unici Paesi in cui sono localizzati gli altri due produttori mondiali) è impensabile per svariati motivi. Pertanto, la carenza di questo materiale fermerà le produzioni anche in Italia.

Il presidente della Sezione Legno-Arredamento di Confapi Matera, Luca Colacicco, ha segnalato la questione alla Confapi nazionale ma il problema è di portata internazionale.

«Il paradosso - dichiara Colacicco - è che in questo periodo le imprese del mobile imbottito hanno fatto il pieno di ordini, sono attive in tutte le fiere di carattere internazionale e stanno beneficiando della debolezza dell’euro per le loro esportazioni. Doversi fermare per la carenza di materie prime, come effetto della crisi energetica, addensa nuove nubi sul settore e sulla tenuta occupazionale delle imprese. L’uso del TDI trova largo impiego nella produzione del poliuretano espanso flessibile, il materiale utilizzato per la produzione dei cuscini di seduta e delle spalliere dei divani, ma questa molecola di base è ampiamente utilizzata nei cicli produttivi di molti altri settori industriali, per cui il problema potrebbe assumere dimensioni enormi se non sarà risolto in tempi brevi. Le aziende produttrici ricorrono a escamotage come quello di adeguare la modellistica, progettando divani dalle linee più sobrie ma meno accoglienti, che richiedono un minor impiego di poliuretano espanso, ma i grossi fornitori ancora in produzione fanno sapere che, al momento, sono in grado di soddisfare soltanto il 50% della richiesta; naturalmente, oltre ad avere aumentato a dismisura i prezzi. Tutto questo - conclude Colaccico - ci deve indurre a riflettere e a spingere verso la ricerca e l’uso di materiali alternativi, bisognerebbe coinvolgere sempre più gli Enti di ricerca e le Università, ovviamente questo non risolverebbe nell’immediato il problema ma potrebbe migliorare, nel tempo, l’offerta e la qualità dei materiali utilizzati e, quindi, renderci più competitivi».

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