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Basilicata, edicole in crisi nell’indifferenza

Basilicata, edicole in crisi nell’indifferenza

 
Redazione Matera

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Una giornalaia di Matera chiede un chiosco più piccolo, abbandonato: nessuna risposta

Domenica 25 Settembre 2022, 13:35

13:36

MATERA - Eugenia C. aveva un’edicola in via Annunziatella, a Matera. Un giorno, facendosi due conti, scopre che tra le spese di gestione e i ricavi, la sua attività è clamorosamente in perdita. Chiede allora di poter trasferire la propria attività in un chiosco edicola molto più piccolo, sempre a Matera, abbandonato da anni. Risposte? Nessuna. Alla fine la signora Eugenia ha abbassato la saracinesca per sempre. «Tale trasferimento, invece, avrebbe salvato un’edicola, avrebbe portato una riqualificazione del tessuto urbano, avrebbe consentito ad una impresa del commercio di continuare ad esiste e soprattutto, avrebbe consentito ai cittadini delle vie limitrofe di poter accedere ad una informazione di qualità e pluralista, qual è quella offerta dalla stampa nel nostro Paese». Sono le parole di Renato Russo, vicepresidente nazionale dello Snag, il Sindacato nazionale autonomo giornalai aderente a Confcommerio. È uno stralcio della lettera inviata al sindaco di Matera: qui Eugenia C. aveva l’edicola, qui l’amministrazione non ha dato alcuna risposta.

Ma il caso di Matera è l’emblema di un sentimento di indifferenza che rimbalza da Sud a Nord a fronte di un’emorragia di edicole che è anche un impoverimento di democrazia. Non a caso il vicepresidente dello Snag ha inviato la lettera anche ad Antonio Decaro, presidente Anci, ed ancora al sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles e al presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti. L’affanno degli edicolanti non è solo figlio della contrazione complessiva delle vendite dei giornali. Scrive Russo: «Questa vicenda è paradigmatica di come la mancanza di una vera semplificazione amministrativa e di un rapporto di autentica e fattiva collaborazione tra istituzioni e imprese porti alla chiusura di esercizi commerciali, porti a bruciare posti di lavoro e, soprattutto, arrechi danno al diritto costituzionalmente tutelato di informare a mezzo stampa».

«È ormai noto che le edicole svolgono un servizio essenziale alla cittadinanza. È altrettanto noto tuttavia - aggiunge lo Snag - che le edicole si trovano in uno stato di profonda crisi economica finanziaria, dovuto, da un lato alla riduzione sistematica dei volumi di vendita della stampa e dall’altro all’incremento dei costi gestionali (che i rivenditori non possono compensare con un incremento dei prezzi delle pubblicazioni che sono fissi per legge). Bisogna quindi adottare tutti i provvedimenti necessari, a tutti i livelli ordinamentali, per consentire alle edicole di raggiungere una sostenibilità economica».

Eppure l’Associazione nazionale dei Comuni italiani ha stipulato accordi con le Associazioni di categoria degli edicolanti per ampliare le fonti di ricavi da un lato e per ridurre i costi gestionali dall’altro e soprattutto per riqualificare le strutture su suolo pubblico cercando di dare ai chioschi un futuro. L’appello del sindacato è a una strategia «salva edicole» che passa innanzitutto attraverso la convocazione di un incontro tra tutti i soggetti coinvolti. Altrimenti, scrive il vicepresidente del sindacato, «constateremo che garantire l’accesso alla stampa libera, qualificata e attenta non è considerato un obbiettivo di interesse generale».

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