MATERA - Il Papa è in volo verso Gioia del Colle per poi raggiungere Matera. Il Pontefice, a causa del maltempo a Roma, non è infatti potuto partire dall’eliporto vaticano per arrivare direttamente a Matera come era programmato.
Il Papa, a causa del maltempo a Roma, si è spostato, secondo quanto si apprende, da Ciampino, alle 7.02, verso l’aeroporto di Gioia del Colle (Bari) con un Falcon 900 dell’aeronautica militare. Poi da lì si è spostato verso Matera, dove si trova per il Congresso eucaristico nazionale della Cei, con un’automobile.
Papa Francesco è arrivato a Matera e sta entrando nello stadio «XXI Settembre-Franco Salerno» dove celebrerà la messa, a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. Nello stadio vi sono circa 12 mila persone ad attenderlo.
L’arrivo a Matera ha subito una variazione nel programma causa del maltempo a Roma: il Papa è partito dall’aeroporto di Ciampino ed è arrivato a Gioia del Colle (Bari), prima del trasferimento a Matera.

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Il commento al vangelo
«Il nostro futuro eterno dipende da questa vita presente: se scaviamo adesso un abisso con i fratelli e le sorelle, ci 'scaviamo la fossa' per il dopo; se alziamo adesso dei muri contro i fratelli e le sorelle, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte
anche dopo». Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa a Matera che chiude il Congresso eucaristico nazionale della Cei. «E' doloroso vedere che questa parabola - ha detto Papa Francesco commentando il Vangelo di oggi - è ancora storia dei nostri giorni: le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l’indifferenza verso il grido dei poveri, l’abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti». Dio allora chiede «un’effettiva conversione: dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità».
Il Papa, nella Messa che conclude il Congresso eucaristico della Cei, torna a chiedere alla Chiesa di mettersi a disposizione degli altri, specialmente di coloro che più soffrono. «Sogniamo una Chiesa così: eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza».
Papa Francesco sogna «una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c'è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti 'Lazzaro' che anche oggi ci camminano accanto, tanti», ha sottolineato commentando, nell’omelia della Messa a Matera, il Vangelo di oggi. «Fratelli, sorelle, da questa città di Matera - ha concluso il Pontefice -, 'città del pane', vorrei dirvi: ritorniamo a Gesù, ritorniamo all’Eucaristia. Torniamo al gusto del pane, perché mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesù si fa cibo che ci sfama e ci guarisce. Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, di giustizia e di pace».
La lotta tra ricchi e poveri
«Pensiamo oggi sul serio al ricco e a Lazzaro: succede ogni giorno questo e tante volte anche, vergogniamoci!, questa lotta succede fra noi, nella comunità». Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa a Matera, commentando il Vangelo di oggi. «Tutti siamo peccatori ma da peccatori torniamo a Gesù» perché «Lui vince la morte e sempre rinnova la nostra vita». Anche oggi spesso domina «la religione dell’avere». Lo ha detto il Papa nell’omelia della Messa a Matera che chiude il Congresso eucaristico nazionale della Cei. «Com'è triste anche oggi questa realtà, quando confondiamo quello che siamo con quello che abbiamo, quando giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno, dai titoli che esibiscono, dai ruoli che ricoprono o dalla marca del vestito che indossano. È la religione dell’avere e dell’apparire, che spesso domina la scena di questo mondo, ma alla fine ci lascia a mani vuote sempre», ha sottolineato il Pontefice commentando il Vangelo di Oggi.
Papa Francesco ha aggiunto: «Se adoriamo noi stessi, moriamo nell’asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse si impossessano di noi e ci rendono schiavi; se adoriamo il dio dell’apparenza e ci inebriamo nello spreco, prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto. Sempre la vita ci chiede il conto. Quando invece adoriamo il Signore Gesù presente nell’Eucaristia, riceviamo uno sguardo nuovo anche sulla nostra vita: io non sono le cose che possiedo e i successi che riesco a ottenere; il valore della mia vita non dipende da quanto riesco a esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi. Io sono un figlio amato, ognuno di noi è un figlio amato; sono benedetto da Dio». Il Papa all’Angelus, recitato da Matera dove ha concluso il Congresso eucaristico della Cei, ha pregato per l’Ucraina: «Maria, Regina della Pace, conforti il popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra».
Alla mensa dei poveri
Lasciato lo stadio «XXI Settembre-Franco Salerno», Papa Francesco è salito su un’utilitaria bianca e si è trasferito alla mansa dei poveri "casa fraternità don Giovanni Mele», che ospita circa 100 persone al giorno. La visita è stata brevissima, di pochi minuti. Il Papa è uscito accompagnato dall’arcivescovo di Matera-Irsina, don Giuseppe Antonio Caiazzo. La visita di Papa Francesco a Matera si è conclusa. Il Pontefice, dopo la Messa allo stadio e una rapida visita alla mensa dei poveri, è risalito su un’utilitaria di colore bianco che ha lasciato Matera in direzione della Puglia, dove un aereo è pronto per riportarlo a Roma.