MATERA - Settore tessile sotto shock per il caro bollette. Se non è visto come un settore particolarmente energivoro, in confronto con altri comparti manifatturieri, nei fatti e a fronte dei continui rincari, vive una situazione critica anche nella nostra provincia. Una decina le imprese dell’indotto. «Si consideri, ad esempio, che da novembre a gennaio siamo concentrati sulle produzioni per la primavera-estate. Quindi sono stati già stabiliti prezzi, presi degli accordi, firmato contratti che devi consegnare questa a tale data e a quel prezzo i capi realizzati. Quando arriva la mazzata di una bolletta bella esosa che fai? Con chi devi lamentarti? Non puoi rettificare nulla».
Donato Cirella delinea un quadro della situazione del settore nel quale è attivo dal 1998 a Pomarico con la sua Denì Service. Cinque lavoratori, compreso lui, più qualche collaboratore esterno quando serve, realizzano maglieria con «un ciclo completo di produzione, dalla trasformazione del filato fino al capo finito». E aggiunge: «Lavoriamo per conto terzi e poi faccio delle produzioni nostre. Ecco perché non ci è possibile fare maggiorazioni sui capi lavorati mentre siamo in corsa per le consegne. E di bollette, sia elettrica che del gas, ne ho ricevute di belle pesanti. Capire che possano esserci adeguamenti. Ma gli aumenti, ormai all’ordine del giorno sono veramente difficili da gestire».
E come si affronta la situazione? «Subiamo i rincari e ce li teniamo. Ripeto, a vai a lamentarti. Il negoziante, quando i nostri capi arriveranno al dettaglio, potrà di certo ritoccare quel qualcosa tanto da avere un piccolo sollievo, altrimenti esagerando rischierebbe di non vendere neppure. Il ricarico che farà potrà essere anche di un paio di euro. Ma noi che siamo alla produzione se metto due euro in più a maglia si sballa tutto. Il calendario delle nostre attività si basa innanzitutto sul semi programmato, cioè le collezioni stagionali. Poi c’è il programmato, il lavoro lo fai un anno prima, e ciò riguarda il mercato estero per il quale vanno calcolati tutti i tempi dalla produzione alla logistica, considerando pure eventuali imprevisti».
Ecco perché «le bollette attuali sono una bella botta e, tenendo presente che i nostri accordi con i committenti sono stati fatti e firmati i contratti, come li vai a modificare? Ormai si lavora considerando non quello che dobbiamo guadagnare, ma ciò che non dobbiamo rimetterci. Mi sono pure messo in contatto con l’operatore che ci fornisce l’energia, ricevendo l’amara sorpresa che per settembre c’è da aspettarsi un’altra mazzata. Di questo passo si sta andando incontro a dover decidere se chiudere l’attività e non pagare nulla a nessuno oppure arrivare ad indebitasi per pagare la spese dell’energia. Se sapessimo in anticipo la percentuale degli aumenti, adeguerei la produzione».
E poi, Cirella lancia una idea al governatore Vito Bardi: «Lodevole l’iniziativa riguardo il gas per gli enti pubblici e i cittadini residenti in Basilicata. Ma si potrebbe anche tenere presente dell’uso del riscaldamento dei lavoratori nelle aziende e posti di lavoro privati. È giusto che il gas per la produzione, creando profitto e dunque reddito, vada pagato. Ma far stare un lavoratore in condizioni ottimali è altrettanto giusto. Non si deve certo spegnere o limitare il riscaldamento e attrezzarsi per fare indossare maglioni in più. Che, tutto sommato, per me sarebbe una soluzione e un affare», conclude scherzando.