MATERA - Il nuovo volto della povertà, incalzato dai galoppanti rincari del gas e delle forniture di energia elettrica, si legge sui volti stralunati e affranti di anziani, padri e madri che faticano sempre più a far quadrare i conti e dare sostentamento ai propri figli e che spesso trovano come ultimo approdo quello di rivolgersi alle parrocchie per chiedere del cibo e finanche poter ricevere dei soldi per pagare i costi delle utenze domestiche. Un tempo le avrebbero chiamate bollette pazze per via delle cifre esorbitanti, oggi evidentemente fanno parte di una prassi quotidiana difficile da accettare.
Secondo una indagine dell’Ufficio studi della Cgia su dati Istat e Rapporto Oipe 2020, la Basilicata è tra le regioni, insieme a Molise, Campania, Calabria e Sicilia, in cui la frequenza della povertà energetica viene classificata alta, tra il 24 e il 36 per cento. E così aumentano i nuclei familiari che non possono far altro se non chiedere la rateizzazione dei pagamenti.
«Purtroppo - dichiara Marina Festa, presidente provinciale di Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori - le bollette di luce e gas sono più che raddoppiate rispetto allo scorso anno. Diventa quindi difficile per le famiglie rientrare nei costi a fine mese, tanto più che spesso le bollette vengono caricate in alcuni casi di conguagli poco comprensibili. Come Adiconsum stiamo cercando di monitorare una situazione davvero molto delicata e nell’immediato abbiamo chiesto alle società energetiche di agevolare e semplificare la rateizzazione delle bollette. È chiaro, questo è solo un intervento tampone in attesa che il nostro Paese si doti una una adeguata politica energetica. Intanto c’è da affrontare l’emergenza, fatta di storie e vicende drammatiche con il rischio che questo alimenti ulteriormente la cultura del sovraindebitamento. È altrettanto evidente - che queste situazioni rischiano di essere terreno fertile per l’usura pronta ad approfittare della debolezza e della difficoltà di tante persone. Tra l’altro, a differenza del passato, si pensi soprattutto alle persone anziane - nelle città non ci sono più gli sportelli delle società energetiche dove poter eventualmente rivolgersi anche per un reclamo. Tutto è delegato alle procedure via internet o per telefono. L’Adiconsum - prosegue Festa - è impegnata a tutelare e ad ascoltare le ragioni dei consumatori su eventuali contenziosi con le società energetiche. I cittadini, pertanto, in caso di dubbi possono rivolgersi alle associazioni dei consumatori avviando così procedure di reclamo e conciliazione per poter dirimere le varie questioni». Emblematica anche la vicenda di Nunzio Domenico Nicoletti, operaio della Valbasento in pensione.
Il settantaduenne, che abita nel borgo di La Martella a Matera, si è visto recapitare una bolletta per il consumo di energia dell’importo di 352 euro. Un vero e proprio salasso che sarebbe riconducibile ad un errore sull’addebito in fattura.
«Da ventidue anni il mio contratto per la fornitura della luce è sempre stato una una società energetica. Poi da alcuni mesi ho ricevuto telefonate insistenti ed anche visite a domicilio da parte di un’altra società. Ho quindi deciso di cambiare gestore fino all’amara sorpresa. Ho sempre pagato per i consumi domestici fatture di 70 - 80 euro». L’uomo, con l’assistenza di Adiconsum, ha scoperto che in fattura gli erano stati addebitati importi riconducibili ad una utenza, non di sua proprietà. La fattura è stata quindi contestata ed è in fase di conciliazione con l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Storie controverse che si incrociano con quelle dei rincari. «Fino allo scorso anno - dice Franca Paolicelli, 68 anni, docente in pensione - pagavo sul consumo del gas 190 - 200 uero per ogni bolletta. L’ultima che mi hanno addebitato, invece, è di circa 450 euro. Anche mia sorella e mio fratello mi hanno comunicato di aver ricevuto bollette molto salate. Per l’energia elettrica i costi sulla mia bolletta sono passati da 60 euro a bimestre a 196 euro. Mi chiedo dopo i sacrifici di una vita cosa lasceremo ai nostri figli?».
Intanto è bene sapere che se si ricevono richieste per pagamento di bollette per consumi vecchi più di due anni scatta la prescrizione. È quanto ha stabilito il Tar del Lazio che attraverso tre sentenze ha respinto i ricorsi presentati da tre società di fornitura contro il provvedimento emesso dall'AGCM, l’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato, che li accusava di pratiche commerciali scorrette, per il mancato rispetto della norma sulla prescrizione biennale delle bollette che riguardano consumi più vecchi di due anni (sia componenti fisse che variabili).