MATERA - Agricoltori da tutto il Sud si sono dati appuntamento ieri a Scanzano jonico (Matera) per lanciare il grido di dolore dell’intero comparto contro gli aumenti delle materie prime e dei mangimi per le stalle, i costi di produzione impazziti, il rallentamento nella logistica e i blocchi della produzione. Su iniziativa della Cia hanno partecipato alla manifestazione circa 5mila tra agricoltori e allevatori, oltre a una nutrita schiera di sindaci. Dalla città che è stata teatro della mobilitazione anti-nucleare del 2013 si è alzato l’appello all’Unione europea perché preveda subito risorse e attivi un nuovo piano straordinario d'azione, come accaduto per la pandemia.
L’agricoltura è a rischio default, servono delle misure urgenti - è stato detto durante la manifestazione - che frenino le speculazioni sui prezzi e affrontino le ripercussioni della guerra in Ucraina. La Cia, in particolare, ha chiesto interventi specifici sui comparti direttamente colpiti dalla crisi bellica (cerealicoltura, zootecnia) e incentivi alla semina del mais, in grado di tutelare un prodotto indispensabile a tutta la filiera della produzione alimentare legata agli allevamenti nel Mezzogiorno.
Dopo lo scoppio del conflitto, in tutto il Sud agricolo restano forti le preoccupazioni per l'approvvigionamento delle materie prime fondamentali alle produzioni e agli allevamenti, con aziende costrette a lavorare in perdita. Pesano, in particolare, i rincari del 120% sulle bollette energetiche, il gasolio che ha raggiunto quote insostenibili e i costi triplicati dei fertilizzanti (prevalentemente di provenienza russa). Senza dimenticare le criticità pregresse di un comparto alle prese con le devastazioni della pandemia, l'incessante emergenza fauna selvatica (cinghiali e lupi) e, come se non bastasse, la peste suina africana.
Nella speranza che l’Ue proceda verso un Recovery fund specifico per l’agricoltura, proprio da Bruxelles (dove oggi si riunisce il Consiglio) giunge qualche iniziativa che va nella direzione auspicata dalla Cia. Un primo passo è stato fatto con l’inserimento delle aziende agricole nel novero delle «energivore» (imprese ad alto consumo di energia elettrica) e la moratoria sui mutui per garantire liquidità alle imprese. «Ora - ha detto il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino - occorre andare avanti per difendere il reddito degli agricoltori e tutelare il potenziale agricolo del Meridione, dove ci sono i valori più elevati di superficie agricola utilizzata (oltre 1,3 milioni di ettari a regione) e si concentrano oltre 70mila aziende (in Puglia, Sicilia, Calabria e Campania il 46,9% del totale nazionale), strategiche per le produzioni di olio e vino, ortofrutta, oltre che per il settore lattiero-caseario e quello florovivaistico. È necessario - ha concluso Scanavino - lo stop dell’Europa al divieto di coltivazione dei terreni a riposo, per avere una produzione nazionale più sostenuta di mais e soia».
Oggi tocca a Coldiretti scendere in piazza per chiedere un sostegno all’agricoltura. Un sit-in è previsto in mattinata davanti alla sede della Regione Basilicata dove sarà anche allestita una stalla.