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Redazione online
29 Dicembre 2020
MATERA - Circa 1.200 eventi con 268 artisti italiani e 214 internazionali, il «tasso di crescita turistica più alto» mai registrato ma «un quadro in chiaroscuro» che emerge oggi nell’analisi dei flussi finanziari: un anno dopo l'esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura, nel 2019, alcune ombre si allungano su un evento che ha portato definitivamente alla ribalta internazionale la città dei Sassi.
I rilievi della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, infatti, indicano «criticità» nel ruolo giocato dalla fondazione che ha gestito gli eventi e si spingono fino a una critica dura sulla riscossione dell’imposta di soggiorno.
Sulla fondazione Matera-Basilicata 2019 il primo giudizio dei magistrati contabili è netto: uno «strumento organizzativo» con una «natura atipica». Quel che è più grave, però, è che la Corte dei Conti ha sottolineato «la mancanza di un puntuale controllo esterno sull'attività della fondazione, sulla gestione dei fondi, sul costo del personale dirigenziale e dei contratti dalla stessa stipulati, anche con riferimento alle assunzioni effettuate».
La fondazione ha avuto a disposizione circa 50 milioni di euro, una somma «di poco inferiore a quanto preventivato dal dossier di presentazione della candidatura». L'attenzione della Corte dei Conti si è concentrata sulle "consistenti differenze» relative alla «ripartizione degli oneri sostenuti dai vari enti erogatori": lo Stato ha versato «il triplo di quanto preventivato» (33 milioni di euro), la Regione Basilicata «meno della metà (undici milioni) e il Comune si è tenuto in linea con le previsioni (oltre cinque milioni di euro)». Conclusione: «Il peso della manifestazione è stato prevalentemente sostenuto dallo Stato (anche attraverso fondi comunitari)». Non basta, perché «all’interno di tali somme quelle sostenute per 'progetto, promozione e marketing' ammontano a 46,3 milioni di euro (a fronte dei preventivati 45,5), mentre quelle per il solo funzionamento della fondazione ammontano a 3,6 milioni di euro».
Riguardo alla tassa di soggiorno, la Corte dei Conti ha definito «acclarata la deficitarietà del sistema di accertamento e riscossione della tassa dovuta al Comune di Matera». La causa di tale situazione? Il «perdurante mancato approntamento da parte dell’ente e, segnatamente, dell’ufficio tributi, di un sistema telematico diretto di rilevazione dei soggetti obbligati al pagamento e al tempestivo riversamento della tassa versata».
LA REPLICA DELLA FONDAZIONE - La fondazione Matera Basilicata 2019, in una nota, ha espresso «soddisfazione per il risultato emerso dall’indagine su Matera Capitale europea della Cultura 2019 condotta dalla Corte dei Conti - Sezione regionale di controllo per la Basilicata, e chiusa con delibera depositata il 22 dicembre scorso, che non ha riscontrato alcuna inadempienza amministrativa sulla gestione di questo grande appuntamento».
Nell’indagine «infatti - è scritto nel comunicato - vengono riportati diversi dati sia relativi agli eventi del programma culturale di Matera 2019, sia agli impatti turistici che l'appuntamento ha determinato, riscontrando che 'Matera capitale europea della Cultura è stato un evento di straordinaria rilevanza per la Basilicata e per la città di Matera in particolare, che ha visto in tal modo rafforzarsi il suo ruolo indiscutibile di attrattore culturale».
Inoltre, la fondazione ha messo in evidenza «il lavoro di una macchina amministrativa complessa, che è riuscita in tempi stringenti a realizzare il programma di una Capitale europea della Cultura, nel pieno rispetto delle norme pubbliche vigenti».
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