MATERA - Luci ed ombre. Il Parco della Murgia materana è la radice più lunga che può vantare l’ultramillenaria storia della città dei Sassi. Presenze di armi del paleolitico utilizzate per avere ragione di mostruosi orsi dell’altezza di tre metri e mezzo sono presenti nel ricco Museo archeologico nazionale dedicato alla memoria di Domenico Ridola. Enormi manufatti lapidei bifacciali per avere ragione di un carnivoro che era in cima alla piramide alimentare di una vasta area, allora fittamente boscata. Oggi, nella stessa zona sono in corso dei lavori che, a quanto pare, non sono mai stati concordati con l’Ente Parco. Opere che hanno suscitato i dubbi di una buona parte della comunità dei materani che sperano di potere tramandare in termini di integrità il patrimonio ereditato da chi li ha preceduti su un territorio così ricco di storia.
Intanto, l’Ente Parco sta utilizzando l’app “SnapPark” per individuare le discariche abusive. E dal suo lancio, avvenuto circa 20 giorni fa, ha raccolto già diversi input, segnalati all’interno dell’area protetta da parte dei cittadini, visitatori e curiosi. Le segnalazioni, come preannunciato, sono state quindi raggruppate in 9 categorie precise, quali Fauna, Flora, Cisterne, Chiese Rupestri, Resti Archeologici, Masserie, Jazzi, Grotte Naturali e Attività Incongrue.
In queste settimane, l’Ente Parco della Murgia si è immediatamente adoperata per ricercare e geolocalizzare attività incongrue, come la presenza di rifiuti e discariche abusive presenti nel Parco. L’App, dunque, sta fornendo anche un valido contributo al fine di proteggere le meravigliose componenti del territorio dalla presenza di fattori negativi, in una prospettiva di tutela e salvaguardia.
Il presidente dell’Ente, Michele Lamacchia, evidenzia lo scopo dell’iniziativa: «Abbiamo deciso di impiegare l’app per georeferenziare, fotografare e catalogare i rifiuti sparsi nel parco, con l’intento di procedere celermente ad una attività di risanamento ambientale. La forza di questa applicazione è data anche dal fatto che tutti coloro in possesso di snapPark possono collaborare in un’ ottica di tutela e salvaguardia, come una grande famiglia. Continueremo dunque a lavorare in questa direzione, dando importanza alle specialità di un territorio ricco di risorse geomorfologiche, naturalistiche ed antropologiche, oltre che storico ed artistiche, che devono necessariamente essere tutelate e protette».