«Pur inseguendo traguardi differenti, Atalanta e Lecce, che si sfideranno domenica a Bergamo (ore 15, ndc), fanno capo a due piazze importanti e molto calde. I nerazzurri sono oramai una delle più belle realtà del calcio italiano ed hanno fatto molto bene in Europa. La formazione salentina sta disputando la massima serie per la quarta stagione consecutiva, cosa che non era mai accaduta in precedenza nella storia del club. Significa che in casa giallorossa si sta lavorando molto bene». A parlare è Luca Ariatti, ex centrocampista, che nella sua carriera ha militato in A con Fiorentina (ne è stato anche capitano), Atalanta, Lecce e Chievo. Dal 2012, l’ex calciatore di Reggio Emilia opera come procuratore, con la Football Stars Agency.
«Atalanta e Lecce sono due società virtuose - nota Ariatti -. Stanti i differenti traguardi, i due organici hanno una caratura differente. Tutto ciò, però, sulla carta. Le partite vanno disputate in campo e non sempre a vincere sono i team più accreditati».
È lecito chiedersi che cosa ci si debba aspettare, a Bergamo, dal complesso allenato da Eusebio Di Francesco: «Il Lecce deve avere caratteristiche ben precise nell’arco dell’intero torneo, non solo contro l’Atalanta. I giallorossi dovranno mettere sempre in mostra grande determinazione, agonismo, voglia di fare bene, intensità, abnegazione, applicazione tattica. Inoltre, servirà la massima compattezza dell’intero ambiente. Quando si sgomita per conservare la categoria non si può prescindere da certe doti ed è fondamentale che le fibrillazioni della “piazza” vengano limitate al minimo, in quanto bisogna mettere in preventivo che ci saranno periodi, anche prolungati, nei quali mancherà la vittoria o, peggio, arriveranno solo sconfitte. Ebbene, se anche in queste fasi tutti remano nella giusta direzione, allora è meno complicato venirne fuori».
Allo stadio «Atleti Azzurri d’Italia», il Lecce potrebbe trovarsi di fronte dal primo minuto il grande ex Nikola Krstovic: «Da ciò che leggo, è una ipotesi molto probabile. Il montenegrino ha fatto benissimo per due campionati in maglia giallorossa ed è comprensibile che ambisse a compiere un salto di livello, approdando in un sodalizio che gli permetterà di cimentarsi in Champions. Per lui sarà un match del tutto particolare perché da una parte ci terrà a fare bene con la sua nuova formazione e dall’altra avvertirà, sul piano romantico, il legame con la compagine che lo ha lanciato nel calcio italiano. Sono situazioni che si registrano spesso nello sport e che garantiscono ulteriore “sale” a certi incontri».
Come ha sempre fatto da quando è tornato in massima serie con Pantaleo Corvino responsabile dell’area tecnica, nel rispetto delle linee guida dettate dal presidente Saverio Sticchi Damiani, il club di via Colonnello Costadura proverà ancora una volta coniugare i conti in ordine con il risultato sportivo: «Le strategie del Lecce sono chiare. Grazie alla competenza ed all’abilità di Corvino, va a setacciare i mercati meno “battuti” nel tentativo di individuare le potenzialità di calciatori meno noti sui quali puntare per provare a centrare il traguardo. Li lancia e poi genera delle plusvalenze che, per un sodalizio di provincia, costituiscono linfa vitale. C’è naturalmente la consapevolezza che, in questo modo, si corrano dei rischi. Disponendo di budget contenuti, però, non ci sono altre strade».
Da calciatore, Ariatti è andato via dalla Fiorentina poco prima che arrivasse Corvino: «Ma lo conosco molto bene e so come lavora. Nella “Viola”, nel 2004/2005, ho avuto quale compagno di squadra quel Fabrizio Miccoli che è stato lanciato proprio dal dirigente di Vernole, ai tempi in cui era direttore sportivo del Casarano».
Con l’ex centrocampista, spostiamo il focus sulla bagarre per la vittoria dello scudetto e per le posizioni che garantiscono l’Europa: «Il Napoli, come del resto il Bologna, hanno il vantaggio che deriva dall’avere confermato i rispettivi tecnici. I partenopei hanno anche portato a termine un mercato di prim’ordine, mirato. L’Inter era e resta forte. Milan e Juventus hanno l’imperativo di rilanciarsi a certi livelli. Mi aspetto una grande annata dalla Roma, in quanto Gasperini è un fuoriclasse della panchina. Inoltre, sono curioso di verificare il rendimento di alcuni complessi quali Atalanta, Fiorentina e Lazio, che hanno cambiato trainer. Sulla carta, ci sono otto-nove team in grado di battagliare per i posti che contano. Anche la corsa per la permanenza dovrebbe coinvolgere a lungo diverse compagini».