NARDÒ - L’avvocata Chiara Doria non si rese protagonista di azioni di stalking nei confronti dei vicini di casa. Giovedì il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, ha rilevato l’insussistenza delle accuse subite dalla legale e sostenute dalla vicina di casa: l’assessora comunale Sara D’Ostuni.
La burrascosa vicenda ha inizio nell’agosto 2022 quando è proprio l’avvocata Doria, con il marito, difesa dagli avvocati Nicola Bovienzo e Lucio Calabrese, a riferire ai carabinieri di Nardò di insulti subìti e di essere stata afferrata per un braccio dal marito dell’assessora. Le minacce sarebbero arrivate a coinvolgere anche figli e animali domestici, con tanto di insulti legati alle origini campane dell’avvocata Doria. Nel settembre 2024 il primo colpo di scena: stavolta è l’accusata, cioè l’assessora D’Ostuni, a denunciare Doria e il marito 29enne.
La notizia è virale in pochissimo tempo, essendo stata tra l’altro l’avvocata un volto noto del piccolo schermo per le sue apparizioni nel programma Mediaset “Forum” in veste di uditrice giudiziaria. Nella denuncia dell’assessora D’Ostuni si parlava anche di musica ad alto volume durante le ore di riposo, rumori molesti e oggetti che sarebbero stati lanciati nel suo giardino. Per dirimere la questione il Gup del tribunale di Lecce Alcide Maritati fissa l’udienza preliminare per il 16 gennaio.
Qui, l’ennesima svolta: i legali dell’avvocata Doria fanno crollare l’accusa di stalking evidenziando come la stessa assessora D’Ostuni, costituitasi parte civile, risulti già imputata con il marito in un procedimento penale per minacce gravi, lesioni e percosse contro la stessa Chiara Doria. All’esito della Camera di consiglio, il Gup ha disposto la modifica del capo d’imputazione escludendo lo stalking e restituendo gli atti al pm, riqualificando le condotte, puntualizza la difesa, esclusivamente nell’ipotesi di cui all’articolo 674 del codice penale («getto pericoloso di cose»).