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Lecce, «il pezzotto non è reato»: 13 pirati della pay tv assolti

Lecce, «il pezzotto non è reato»: 13 pirati della pay tv assolti

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Truffa sul «pezzotto» per vedere gratis le partite: a Lecce GdF scopre 4 persone

Il giudice: «Il fatto non è previsto come reato». Gli utenti salentini gli avrebbero versato somme oscillanti tra i 22 ed i 200 euro

Mercoledì 11 Dicembre 2024, 18:03

18:04

LECCE - Arrivano altre tredici assoluzioni, dopo il processo con rito abbreviato su di un maxi giro di schede contraffatte, il cosiddetto “pezzotto”, di Mediaset Premium, Dazn, Sky, Disney Channel, in tutto il Salento.
Il giudice Roberta Maggio, nella giornata di ieri, ha assolto tutti gli imputati: «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato», accogliendo l’istanza della difesa che sosteneva come si trattasse, al massimo, di un illecito amministrativo e non di un reato penale.

Gli imputati rispondevano dell’accusa di ricettazione ed erano originariamente in ventitre, ma nove di essi erano stati già assolti con rito ordinario.
R.T.I. s.p.a. (già Mediaset Premium s.p.a.) si era costituita parte civile, chiedendo un maxi risarcimento.
Il collegio difensivo è composto tra gli altri, dagli avvocati: Cosimo D'Agostino, Pompeo Demitri, Fabio Ruberto, Salvatore Donadei, Raffaele Benfatto, Giuseppe Bonsegna, Stefano Zurzolo.

L'inchiesta della Guardia di finanza di Gallarate ha riguardato 1.900 persone in tutta Italia e si è estesa al Salento attraverso l'analisi dei versamenti ricevuti da un 70enne, un imprenditore in pensione del Nord Italia, riguardanti gli accessi abusivi ad alcune piattaforme televisive, da parte di utenti di Gallipoli, Nardò, Alezio, Poggiardo, Corsano, Caprarica, San Cesario, Surbo, Leverano, Veglie, Trepuzzi e Morciano.

L'inchiesta della Procura di Lecce, contestava ai salentini di aver acquistato consapevolmente dall'imprenditore gli abbonamenti Iptv (Internet Protocol TeleVision) pirata. Quest’ultimo rispondeva di violazione della proprietà intellettuale, frode informatica, contraffazione. Dalle indagini è emerso che il 70enne, dal 2017 al 2020, abbia incassato oltre 482mila euro. Gli utenti salentini gli avrebbero versato somme oscillanti tra i 22 ed i 200 euro. Come detto, tutti gli imputati sono stati assolti.

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