Sabato 06 Settembre 2025 | 07:59

Lecce, bus fatiscenti, officina chiusa, pendolari nel caos: i sindacati puntano l’indice sulle Ferrovie Sud Est

 
Stefano Manca

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Stefano Manca

Lecce, bus fatiscenti, officina chiusa, pendolari nel caos: i sindacati puntano l’indice sulle Ferrovie Sud Est

Cgil, Cisl e Uil scrivono a Provincia e Regione: «Scelte inspiegabili, territorio discriminato»

Giovedì 19 Settembre 2024, 12:46

LECCE - Autobus obsoleti e insicuri, officine chiuse e la sensazione che Ferrovie del Sud Est abbandoni il Salento. A dipingere il desolante quadro della mobilità salentina sono Filt, Fit, Uiltrasporti e Faisa Cisal. Le quattro sigle sindacali segnalano disagi continui per passeggeri e lavoratori del trasporto su gomma. Mentre le sigle sindacali hanno richiesto un incontro d’urgenza ai dirigenti dell’azienda, la battaglia si è spostata sui tavoli politici con una lettera inviata all’assessore regionale ai Trasporti Debora Ciliento e al presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva.

«Il territorio salentino - è l’appello congiunto di Fabrizio Giordano (Filt), Pierdonato Ligori (Fit), Francesco Demarindis (Uiltrasporti) e Antonio Rizzini (Faisa) - merita maggiore attenzione. Basta con questo incessante e continuo svilimento del diritto alla mobilità dei cittadini residenti, delle aspirazioni di crescita economica del Salento e del diritto a un lavoro sicuro per il personale viaggiante».

Il primo clamoroso campanello d’allarme risale a circa un anno fa, con la chiusura dell’officina automobilistica per la manutenzione dei pullman e i timori di allora oggi diventano amara realtà. Anche in quell’occasione non mancarono proteste e richieste di intervento alle istituzioni, Regione Puglia in primis. «Da un’analisi della distribuzione dei mezzi circolanti - proseguono i sindacalisti - è emerso che quelli assegnati alla provincia di Lecce sono, in assoluto, i più obsoleti, con un’età media di circa 15 anni, a fronte di quelli circolanti su altre aree pugliesi (10 anni a Bari, 13 a Taranto), decisamente più recenti». Persino la recente “spartizione” di sette mezzi di ultima generazione sarebbe stata tutt’altro che equa sul territorio pugliese, con tre pullman assegnati a Bari, tre a Taranto e solo uno nel Leccese. Proprio per questo, forse, la necessaria e adeguata manutenzione della flotta consentirebbe di limitare disagi e aumentare la sicurezza. «Invece - ricordano i sindacati - l’anno scorso è arrivata la doccia fredda della chiusura dell’officina leccese». Risultato: i mezzi in avaria, da Guagnano a Leuca, costretti a raggiungere le officine di Torre Santa Susanna (Brindisi) e Taranto, anche per blandi interventi: «Una scelta antieconomica che produce inquinamento ambientale evitabile e una gestione discutibile delle risorse aziendali». Appena due gli operai lasciati in loco per gli interventi di primo soccorso stradale, che lavorano in condizioni complicate spesso senza l’assistenza di un adeguato magazzino ricambi. «Resta attiva una singola convenzione con un privato - proseguono i sindacalisti - che, non operando in esclusiva con Fse, fa quel che può. Infine è inspiegabile la scelta di eseguire in un’autofficina di Sava le revisioni che prima si facevano a Lecce. Saremmo curiosi di conoscere il vantaggio prodotto da questo tipo di operazioni». A pagare le spese, indistintamente, sia i lavoratori che i passeggeri: «Nonostante i disagi quotidiani, solo l’abnegazione, la professionalità e l’attaccamento all’azienda da parte dei lavoratori ha permesso di limitare i danni. Il disastroso panorama appena descritto - è l’altro allarme lanciato - ha pesanti ricadute sulla salute psicofisica dei lavoratori. In provincia di Lecce siamo in stato di abbandono, nonostante l’importante investimento economico da parte della Regione Puglia, con la stipula dei contratti di servizio. Ci chiediamo di quali colpe si siano macchiati utenza e lavoratori della provincia - è l’amaro interrogativo finale dei sindacati - per meritare una simile discriminazione».

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