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L’odissea delle liste d’attesa nel Salento: un esame urgente? A ottobre

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

L’odissea delle liste d’attesa nel Salento: un esame urgente? A ottobre

Il caso di un paziente cardiopatico che doveva sottoporsi a tac coronarica entro 10 dieci giorni dalla prescrizione

Martedì 23 Gennaio 2024, 10:19

LECCE - La sanità salentina? Può essere un difficile peregrinare e dover ripassare più o meno dopo un anno per un esame che potrebbe fare la differenza tra una vita di buona salute ed eventi gravi per la salute. È la paradossale vicenda vissuta da un salentino residente in un comune della cintura di Lecce che avendo necessità di una coro tac al momento della prenotazione si è sentito rispendere che le agende erano sature e quindi avrebbe dovuto aspettare che si liberasse qualche posto. Nessuno che abbia preso nota del suo caso per, eventualmente, ricontattarlo e fissare un appuntamento per effettuare l’esame diagnostico. Ma l’uomo non si è perso d’animo e ha chiesto supporto al distretto socio-sanitario che dopo tre giorni dal contatto gli ha fatto sapere che a fronte della priorità indicata sulla prescrizione, ossia un codice B che prevede l’esecuzione dell’esame entro 10 giorni dalla prenotazione, lo stesso poteva essere eseguito ad ottobre 2024. Quindi, nonostante il percorso ad personam previsto per i casi in cui il Cup della Asl di Lecce non riesca a dare risposta nei tempi previsti per i codici di priorità, la migliore data individuata è da qui a 10 mesi tanto più pesante visto che le patologie cardiache sono anche tempo-dipendenti ossia la forbice temporale fa la differenza tra la vita e la morte.

Va detto che la coro tac è un esame non contemplato tra quelli monitorati per la verifica dei tempi di attesa e in più in Asl Lecce l’esecuzione dell’esame viene effettuato preferenzialmente a fronte di un ricovero ospedaliero che in realtà non sarebbe necessario. Il punto è che allo stato attuale l’esame viene fatto per i ricoverati e chi sta fuori trova, dopo certosina ricerca, un posto a distanza di molti mesi rispetto a quanto detterebbero le esigenze cliniche.

Accade, dunque, che fra la realtà raccontata dai numeri (le statistiche relative al monitoraggio richiesto da ministero della Salute sui tempi di attesa) e la realtà dei fatti che va oltre le voci indicate dal ministero per verificare il funzionamento del sistema sanitario ci sia un forte divario. Sui codici U (Urgente da eseguire entro 72 ore), B (Breve entro 10 giorni), il monitoraggio mostra esiti eccellenti con quasi tutte le voci evase al 100 per cento, criticità più evidenti si delineano per la D (Differibile: visite entro 30 giorni, esami strumentali entro 60) e per la P (Programmabile entro 180 giorni). Infatti per tac e risonanze, infatti. Asl Lecce è promossa a pieni voti per il rispetto dei tempi di attesa, ma inciampa vistosamente sulle visite specialistiche da erogare entro 30 o 180 giorni dalla richiesta oltre ai ritardi sulle voci extra monitoraggio. Nella settimana indice, dal 3 al 7, nel mese di luglio 2023, che riguarda le voci soggette a monitoraggio ministeriale Asl Lecce fa un figurone con 4.920 prestazioni effettuate nei tempi previsti su 5.102 richieste, pari al 96 per cento di esami e visite specialistiche. A questo risultato Asl Lecce, come le altre aziende sanitarie pugliesi, giunge grazie al supporto dei privati accreditati che coprono il 25 per cento del fabbisogno. Ma è solo una faccia della medaglia perché il risvolto sono le difficoltà di accesso anche per le voci non monitorate.

Il ventre molle riguarda in particolare le visite specialistiche per i codici di priorità D (Differibile entro 30 giorni) e P (Programmabile entro 180 giorni), sempre con riferimento alla settimana indice del 2023. La prima visita cardiologica Asl Lecce riesce a garantirla nei tempi previsti di 30 giorni solo al 31 per cento dei richiedenti e non va meglio con il codice P dove i fortunati sono solo il 24 per cento del totale. L’esito della visita cardiologica è il peggiore, tra le varie voci prese in esame per i codici di priorità D e P, con in più la considerazione che le patologie cardiovascolari sono tra le maggiori cause di morte per cui prevenzione e controllo assumono un carattere fondamentale. Si soffre anche per la visita endocrinologica: il 69 per cento delle richieste con codice D non è evaso nei tempi previsti, mentre con il codice P se la giocano alla pari visto che il 50 per cento dei richiedenti viene “accontentato”. In questo caso, però, una piccola criticità si registra anche per il codice B (Breve da erogare entro 10 giorni) in quanto l’8 per cento degli utenti deve armarsi di pazienza e aspettare. Tra le voci che “brillano” spicca anche la visita gastroenterologica: 60 per cento e 66 per cento, rispettivamente per i codici D e P, che non trovano la risposta sperata.

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