Pochi turisti a Natale e in prossimità dell’Epifania. Meglio a Capodanno, ma con numeri discreti: complice – a detta degli operatori di settore – la scarsità di eventi programmati e i problemi di trasporto. In aggiunta alle naturali peculiarità del territorio, certo più incline ad accogliere forestieri nel periodo estivo che in quello invernale, dove, al contrario, si predilige il soggiorno in località di montagna. Questo il quadro turistico alla vigilia delle festività, con dati in chiaroscuro e qualche annotazione critica rispetto alle programmazioni disposte dall’amministrazione. A volo d’angelo i dati sono simili a quelli degli scorsi anni; e il turismo resta grossomodo anziano e di prossimità, a differenza di altri periodi dell’anno in cui si registra, invece, un boom di turismo straniero.
«Su Lecce – afferma Giancarlo De Venuto, direttore dell’Hilton Garden Inn e presidente di AssoHotel Confesercenti Lecce - si ripropone il quadro degli anni scorsi: non avendo in città qualcosa di specifico questo periodo è morto. Il risveglio turistico avviene intorno al 29 dicembre e vede un turismo in prevalenza di gruppo il 29 e il 30 dicembre, mentre i gruppi individuali si fermano dal 31 al primo o al due, tre gennaio. I gruppi – continua - quest’anno sono in controtendenza sia rispetto agli scorsi anni sia ai diversi periodi dell’anno, perché sono in prevalenza gruppi italiani. È turismo domestico in arrivo dal nord Italia, dalla Toscana in su».
A Capodanno, invece, una lieve ripresa. «A Capodanno – aggiunge - abbiamo già il 90 per cento dei posti occupati. Dopo il due gennaio fino all’epifania, invece, si ritorna sui dati di Natale: non c’è turismo, non c’è business». Complice, a parere di De Venuto l’assenza di idonea programmazione. «Di fatto – aggiunge - si è arrivati quasi a Natale senza sapere cosa ci sarebbe stato in piazza a Capodanno. Lecce, inoltre, non è in grado di richiamare televisioni, la cui presenza è legata a fattori economici che la città evidentemente non si può permettere. Ma è chiaro anche che in questo modo c’è una promozione del territorio».
Idem per Giovanni Serafino, presidente della sezione turismo di Confindustria. «A Natale – afferma - i turisti non sono tantissimi. Ci sono dei gruppi che vengono organizzati dai tour operator, in prevalenza individuali. Ma – sottolinea - è normale che sia così: la gente non sceglie la Puglia perché ci sono località più caratteristiche, come quella di montagna o dove c’è una tradizione di mercatini di Natale che calamitano persone».
Anche qui, però, alcuni appunti. «È chiaro – continua Serafino - che si potrebbe fare molto di più, l’organizzazione è limitata a pochi eventi. Dobbiamo capire che noi non siamo solo una località estiva. Dovremmo avere una offerta turistica valevole per tutto l’anno, specie in periodi come questo, quando la gente può spostarsi perché non lavora». Ma, spiega ancora, resta sempre il nodo trasporti. «Di contro – aggiunge Serafino – abbiamo il problema dei trasporti. Il trasporto in questi giorni ha costi proibitivi. Se oggi uno dovesse decidere di farsi Capodanno a Lecce si troverebbe a spendere lo stipendio di un mese solo per il viaggio».
Malgrado tutto, resiste anche il traffico in uscita.
«Rispetto all’anno scorso – sottolinea Stefania Mandurino, di Aidit Federturismo Confindustria - c’è un leggero calo tra i leccesi in uscita, perché tra le due guerre in essere e la crisi dei consumi un po’ gli effetti si percepiscono. Ma il piacere di viaggiare è qualcosa che supera tutte le barriere, e quindi si viaggia anche a Natale e Capodanno. È in ripresa il turismo verso l’Oriente con la Thailandia e l’oceano Indiano – e dunque Mauritius, Maldive, Caraibi. In ripresa anche gli Stati Uniti. Questo Capodanno c’è stato il boom di Istanbul. Poi le capitali europee come Praga, Vienna, e le destinazioni dei mercatini di Natale che funzionano sempre, con Vienna, Salisburgo, Trento, Bolzano, Berlino in testa. Anche la Finlandia – chiude - piace molto, con la gente che decide di trascorrere il Natale sulle slitte».