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Gallipoli, «affari» nel turismo e dismissioni facili: indagati in 52

 
Redazione Lecce

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Gallipoli, «affari» nel turismo e dismissioni facili: indagati in 52

L’avviso di conclusione delle indagini: nei fascicoli i nomi di imprenditori, professionisti e colletti bianchi

Mercoledì 06 Dicembre 2023, 11:46

GALLIPOLI - Due filoni, un’unica inchiesta. Filo comune il presunto malaffare che avrebbe coinvolto imprenditori e colletti bianchi. Ora che le indagini sono giunte al capolinea, la Procura formalizza le contestazioni ai 52 indagati. Accuse spalmate nei 46 capi di imputazione e contenute nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari fimato dal pubblico ministero Alessandro Prontera e che, in queste ore, stanno notificando i finanzieri della Compagnia di Gallipoli.

Due filoni, si diceva. Il primo è quello che riguarda Gallipoli e il tentativo di mettere le mani sul settore del turismo e dell’edilizia. Il filone ruota attorno alle figure di Cesario Faiulo, 57 anni, di Casarano, imprenditore con interessi a Gallipoli (proprietario di un albergo e già legale rappresentante della società che gestiva il lido Zen) e Emanuele Piccinno, 46 anni, di Gallipoli, dove in passato ha rivestito anche la carica di assessore al Turismo. Secondo la contestazione mossa dalla Procura, Faiulo (che avrebbe avuto un ruolo di vertice nella presunta associazione criminale) e Piccinno (che avrebbe agito come longa manus del primo) con condotte illecite (delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione, falso) e una vasta rete di complicità (anche tra le forze dell’ordine) sarebbero riusciti a consolidare e incrementare il potere politico-imprenditoriale e condizionare dall’interno l’azione amministrativa del comune di Gallipoli, anche attraverso lo spostamento di pacchetti di voti in grado di determinare le maggioranze in occasione delle tornate elettorali. Faiulo e Piccinno sono agli arresti domiciliari

Della presunta rete di amicizie avrebbero fatto parte anche il luogotenente dei carabinieri Corrado Salvatore, 57 anni, residente a Calimera, e l'appuntato Vincenzo Zuccheroso, 53, residente a Parabita, entrambi sottoposti a misura interdittiva e divieto di dimora nel comune di Gallipoli. Avrebbero rivelato notizie che sarebbero dovute rimanere segrete. Della presunta rete avrebbero fatto parte anche un poliziotto Alfonso Capraro, 51 anni, di Castro e un altro carabiniere, Rodolfo Lucrezio,52 anni, di Casarano.

Nella presunta rete ci sarebbero anche dirigenti e dipendenti comunali di Gallipoli e professionisti che avrebbero agevolato le pratiche e le richieste di Faiulo.

Il secondo filone dell’inchiesta ruota attorno alla figura di Angelo Vincenzo Salvatore Fasiello, 69 anni, di Vernole, ex funzionario regionale in servizio presso la struttura di Lecce del servizio di Riforma fondiaria. Ora è ai domiciliari. Faiulo, secondo le accuse, sarebbe stato l’ideatore dell’illecita strategia. Si tratta di una presunta mala gestione della cosa pubblica legata alla dismissione dei beni - ex Ersap (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia). Fasiello, insieme con altri collaboratori, tramite procedure illegittime, avrebbe favorito l’assegnazione di importanti immobili di proprietà Regionale a persone a lui vicine a prezzi di favore.

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