Un amore non corrisposto sfociato in un presunto caso di stalking vede protagonisti un ventenne e il minore di cui si era invaghito fino al punto tale da diventare non solo fastidioso ma autentico molestatore, tanto da finire indagato dalla Procura.
Talmente tanti sono stati gli episodi allarmanti che il minore non riusciva più ad uscire da casa nel timore di poterlo incontrare: tanti e tali erano i pedinamenti, gli appostamenti e le molestie. Così, dopo la denuncia, il ventenne (che abita in provincia) è stato iscritto nel registro degli indagati per stalking, aggravato dal fatto che la sua vittima fosse un 17enne.
Tanti i messaggi acquisti dagli inquirenti, nei quali l’indagato manifestava la sua gelosia minacciando anche atti autolesionistici. Stando a quanto è emerso nel corso delle indagini, in una circostanza - per convincere il minore ad uscire con lui - avrebbe finto di ingerire una dose eccessiva di farmacia affermando di essere affetto da un male incurabile. Tra i tanti episodi segnalati quello che risale allo scorso 10 agosto: notte di San Lorenzo. Il minore doveva trascorrere con amici quella notte e l’indagato avrebbe cercato in tutti i modi di dissuaderlo ma siccome il ragazzino non si lasciò condizionare, il ventenne si presentò alla festa pretendendo di parteciparvi e appostandosi vicino la tenda allestita sulla spiaggia. Per attrarre l’attenzione avrebbe anche simulato un malore.
Atteggiamenti morbosi e iper possessivi, dunque, per ottenere il controllo e la conoscenza costante delle condotte e delle frequentazioni del minore. Per manifestare il suo amore per il ragazzo, in una circostanza aveva consegnato alla madre del minore un plico contenente un piccolo gioiello e alcuni manoscritti e disegni in occasione del suo compleanno.
Inoltre, avrebbe avvicinato alcuni amici in comune minacciando azioni ritorsive nei confronti della sua vittima e dei suoi famigliari. Infine, entrando nella piattaforma social Instagram dell’istituto scolastico frequentato dal ragazzino, avrebbe inviato messaggi anonimi offensivi riferibili sempre alla sua vittima provocandogli «uno stato di ansia e prostrazione tale da fargli cambiare radicalmente le abitudini di vita», come ha scritto la sostituto procuratore Maria Grazia Anastasia, che ha disposto il sequestro dei telefonini e dei pc di indagato e vittima per affidare al tecnico Silverio Greco una consulenza affiancato dall’ingegnere informatica Luigina Quarta (per la vittima) e per l’indagato, difeso dagli avvocati Antonio Tommasi e Roberto Rella).