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L'osservatorio climatico di Lecce ci dice com’è l’aria che respiriamo

 
Maria Pia Romano

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Maria Pia Romano

L'osservatorio climatico di Lecce ci dice com’è l’aria che respiriamo

Gli scienziati del team Isac Cnr al lavoro con giovani ricercatori che arrivano in Salento da tutto il mondo

Domenica 01 Ottobre 2023, 09:00

Qual è la qualità dell’aria che respiriamo? A Lecce un dinamico gruppo di scienziati studia proprio questo, facendo campagne di campionamento ed elaborando dati preziosi per capire la relazione tra l’aria e la salute umana. Filtri bianchi vengono esposti all’aria per alcune ore e si colorano in maniera più o meno intensa a seconda delle impurezze che vi restano intrappolate. Che poi sono quelle che entrano nei nostri polmoni causando infiammazioni croniche o acute, con notevoli danni per la salute. Nella sede di Lecce di Isac-Cnr, unica in Puglia, si lavora sullo studio della composizione dell’atmosfera, sulla relazione tra qualità dell’aria e salute, e sulle proprietà ottiche delle polveri atmosferiche che sono importanti per comprendere i cambiamenti climatici a livello regionale e globale. «L’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC è il maggiore Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche che ha come mission lo studio delle scienze dell’atmosfera nel senso più ampio. Qui a Lecce, in particolare, collaboriamo da anni con Professori ed esperti del DiSTEBA di Unisalento anche per studiare gli effetti nocivi dell’inquinamento sulla salute: con Maria Giulia Lionetto, Maria Rachele Guascito, Maria Elena Giordano e Anna Rita de Bartolomeo abbiamo importanti ricerche in corso», spiega Daniele Contini, Dirigente di Ricerca ISAC CNR di Lecce. Il team leccese è composto, oltre da Daniela Cesari, Adelaide Dinoi, Eva Merico, Antonio Pennetta, Ermelinda Bloise, Florin Unga, Caterina Mapelli, Serena Potì.

Non solo. Nel 2014 è stato avviato presso l’ISAC-CNR l’Osservatorio Climatico-Ambientale (ECO) di Lecce che è stazione regionale del programma GAW (Global Atmosphere Watch) e fa parte della rete di infrastrutture di ricerca europea ACTRIS. «L’Osservatorio è in continua evoluzione e si stanno ottenendo i primi risultati di lungo periodo che permettono di valutare gli andamenti nel tempo degli inquinanti atmosferici inclusi gli inquinanti di interesse emergente che non sono ancora oggetto di normative specifiche. Inoltre, l’Osservatorio rappresenta una piattaforma avanzata, unica in Puglia, per la formazione dei giovani ricercatori del domani ed una opportunità per il settore privato per sviluppare e testare nuove tecnologie di misura per il mercato del settore» spiega Contini.

Ma qual è la qualità dell’aria che si respira? L’Isac CNR ha fatto campagne in tutto il Salento e anche in provincia di Brindisi. Quello che emerge ora sembra confortante: «I dati e gli studi svolti hanno permesso di evidenziare un trend leggermente decrescente delle concentrazioni atmosferiche di PM2.5 e PM10 negli ultimi 10 anni che andrà ulteriormente investigato negli anni a venire. – afferma Daniele Contini- Il territorio è interessato nel 25% dei giorni da eventi di formazione di nanoparticelle che possono penetrare in profondità nell’apparato respiratorio. Inoltre, si hanno eventi di intrusione di polveri Africane, in media nel 10% dei giorni, che influenzano prevalentemente il PM10. Sebbene questa sia una sorgente con minore tossicità intrinseca (tossicità per unità di concentrazione) rispetto alle sorgenti di combustione, può influenzare in maniera significativa il superamento dei limiti normativi del PM10. Recenti studi sulla tossicità del PM10 nell’area di Lecce ed in alcune zone della provincia (Galatina, Sogliano, Aradeo) hanno mostrato che la combustione di biomasse per riscaldamento domestico e pratiche agricole è una importante sorgente, soprattutto nel periodo invernale, in grado di aumentare la tossicità del particolato. Questo effetto è maggiore nei piccoli centri del centro Salento rispetto alla città di Lecce. Abbiamo anche fatto recentemente degli studi sull’impatto della centrale a carbone di Cerano al PM10 in diverse zone del Salento evidenziando contributi diffusi limitato ad alcuni punti percentuali (2-3%) del PM10 e per questa tipologia di studio è stata messa a punto una metodologia di valutazione innovativa appositamente studiata».

Ricerche di alto livello, con attrezzature moderne e importanti sinergie con altri enti, come nota Floring Unga, che viene dalla Romania, ha lavorato a lungo in Francia e a Cipro: «Ho trovato presso il CNR-ISAC Lecce un istituto di ricerca all'avanguardia con strumentazione ampiamente utilizzata a livello internazionale, una forte collaborazione con istituti locali, internazionali e settori privati della comunità delle scienze atmosferiche».

Dopo il dottorato di ricerca a New York, è approdata a Lecce anche Caterina Mapelli e si occupa della manutenzione dell'osservatorio Climatico-Ambientale e dell' analisi chimica del particolato atmosferico. «La gran parte degli strumenti fornisce misure online, garantendo quotidianamente informazioni sulla presenza di inquinanti e sulle loro caratteristiche fisico-chimiche. Altri strumenti vengono invece usati per il campionamento del particolato atmosferico che viene quindi raccolto e può essere in un secondo momento analizzato nel laboratorio dell'istituto. Tutto questo rappresenta per noi una risorsa preziosa ed essenziale che ci permette di studiare in modo dettagliato la composizione dell'aerosol e di conseguenza capirne le problematiche e definirne le sorgenti».

Tanti i progetti in cui è impegnato il gruppo, tra questi c’è il progetto PNRR infrastrutture ITINERIS che permetterà di sviluppare ulteriormente l’osservatorio e di mettere a punto metodologie armonizzate con le altre infrastrutture in Italia ed in Europa per la caratterizzazione degli impatti delle sorgenti di particolato atmosferico alla qualità dell’aria ed alle proprietà ottiche. «È stato recentemente ammesso a finanziamento dal MUR il progetto di ricerca di interesse nazionale TOX-IN-AIR che ci vedrà impegnati nei prossimi anni, in collaborazione con l’Università del Salento e l’Università degli Studi di Bari, per sviluppare indicatori integrati di tossicità del particolato atmosferico che possano portare a metodologie innovative di valutazione della qualità dell’aria da utilizzarsi in maniera complementare a quanto disponibile oggi» sottolinea Contini.

Grande entusiasmo da parte di tutti i giovani del team. Serena Potì, in particolare, dottoranda al primo anno di ingegneria dei materiali, delle strutture e delle nanotecnologie all'Università del Salento e associata al CNR-ISAC, dice: «Sono appassionata di questioni ambientali, con un particolare interesse per lo studio dell'inquinamento atmosferico. Ho recentemente iniziato questo percorso di formazione, dedicando la mia ricerca a questo argomento di crescente rilevanza nella comunità scientifica. Trovo estremamente gratificante contribuire alla comprensione di queste problematiche ambientali e cercare soluzioni innovative per mitigarle».

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