GALATINA - Un tragico incidente sul lavoro. Un operaio, che lavorava alla realizzazione di una piscina, era stato travolto da un collega di lavoro alla guida di un escavatore. La tragedia in una villa in località “Tre Masserie” a Noha (frazione di Galatina): era il 12 aprile del 2021. Per quella morte bianca, sono tre gli indagati.
La vittima si chiamava Luca Sedile, aveva solo 30 anni ed era residente a Collepasso. Per la sua morte la sostituto procuratore Maria Vallefuoco ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio carico di tre persone. La decisione sull’eventuale processo sarà presa ad ottobre, quando è stata fissata l’udienza preliminare. Dalle indagini è risultato estraneo ai reati contestati il collega del manovale: quello che era alla guida del mezzo.
Secondo la Procura, non avrebbe alcuna responsabilità a differenza di Luca Paglialunga, 29 anni di Aradeo, amministratore unico e legale rappresentante della Società Paglialunga Costruzioni srls con sede ad Aradeo, difeso dagli avvocati Gaetano Melucci e Giuseppe Corleto e ad Emanuela Pedone, 44 anni, di Civitavecchia (avvocati Paolo Pirani e Carlo Coltellacci), proprietaria e committente dei lavori. I due sono indagati con l’accusa di omicidio colposo.
Di fatto nell’udienza preliminare sarà anche verificata la posizione giuridica della ditta che ha realizzato i lavori: la società Paglialunga, in veste di persona giuridica, per il risparmio nei costi di gestione e per un’insufficiente e inadeguata manutenzione delle attrezzature di lavoro “per poter così accelerare il processo produttivo e di massimizzare il valore della produzione - secondo la Procura - che, nell’anno 2021, raggiungeva il valore di 370mila euro a fronte dei 0 euro spesi dalla società per la formazione e l’addestramento del personale”.
Davanti al giudice dovrà comparire anche Antonio Manco, 67 anni, di Aradeo, progettista e direttore dei lavori, difeso dall’avvocato Maurizio Piccinno. Nello specifico, insieme agli altri due, avrebbe fatto realizzare una piscina interrata in assenza del permesso di costruire.
Ma non è tutto. Stando a quanto accertato dagli ispettori dello Spesal, Paglialunga e Pedone avrebbero effettuato i lavori senza assumere i dipendenti nei registri obbligatori. Inoltre, non sarebbe stata fornita «alcuna informazione adeguata sui rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro, sulle normative di sicurezza e sulle procedure che riguardano il primo soccorso e la gestione dell’emergenza sulle misure di protezione». E non sarebbe stata assicurata una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e sull’utilizzo dei macchinari. Per finire, l’escavatore utilizzato per effettuare i lavori aveva i pneumatici usurati e l’impianto idraulico risultava non funzionante.
Il giovane operaio rimase schiacciato morendo sul colpo per lo schiacciamento del cranio, del torace e dell’addome. I famigliari della vittima, assistiti dagli avvocati Silvio Verri e Danilo Valentino, si dovrebbero costituire parte civile nel corso dell’udienza.