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Lecce, non accetta la separazione dalla ex compagna e la tormenta: condannata

 
Vincenzo Sparviero

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Vincenzo Sparviero

Lecce, non accetta la separazione dalla ex compagna e la tormenta: condannata

Vittima aggredita anche davanti alla madre e ai fratelli

Venerdì 18 Novembre 2022, 13:50

Non accettava la fine della relazione. Per questo, avrebbe stalkizzato la ragazza che pensava fosse il grande amore della sua vita.

Una donna leccese di 32 anni è stata condannata a nove mesi di reclusione dopo che - stando alle accuse - avrebbe trasformato in un incubo la vita della sua ex compagna.

Il giudice monocratico della prima sezione, Marco Marangio, ha esaminato nel corso delle udienze una seria di atti persecutori rientranti a pieno titolo nel reato di stalking aggravato, perché l’imputata ha usato mezzi telematici per importunare la sua ex. Per la 32enne la richiesta di condanna era stata molto più alta, ma il giudice ha ritenuto equa la sentenza emessa, anche se non è escluso che la vicenda possa finire in appello. Dopo il primo grado, peraltro, la pena è stata sospesa ed è stata disposta la non menzione.

La vicenda risale ad alcuni anni fa: esattamente tra la fine del 2015 e l’estate dell’anno successivo. A denunciare la donna condannata era stata la sua ex, alla quale andrà un risarcimento.

Le molestie sarebbero avvenute in diversi modi. La condannata, oltre a manifestare una fortissima gelosia, avrebbe criticato il suo modo di vestire e avrebbe controllato tutte le sue nuove amicizie.

Come se non bastasse, l’avrebbe anche aggredita fisicamente in pubblico, minacciandola davanti agli occhi dei fratelli più piccoli e della madre e costringendola spesso a trascorrere le notti in sua compagnia.

Ma non è tutto. Nella denuncia si faceva anche riferimento a minacce di morte e altri episodi di violenza, come un pestaggio avvenuto in un pub.

Infine, la condannata avrebbe diffuso il numero di telefono dell’ex fidanzata a persone che non la conoscevano le quali - in più di qualche caso - le avrebbero inviato chiamate, messaggi e foto dal contenuto pornografico.

Nel processo è stato fatto anche riferimento alle offese postate su Facebook, sempre allo scopo di costringere la ragazza a tornare con lei.

La donna condannata, sia durante il processo sia nei primi interrogatori in Questura, si è sempre difesa affermando che la sua ex compagna si era lasciata soggiogare da amici comuni che l’avrebbero convinta ad interrompere la relazione che - a suo dire - non sarebbe mai sfociata in episodi di violenza, sia pure tra alti e bassi. La donna aveva anche mostrato alcune foto per avvalorare la sua tesi.

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