LECCE - I ragazzi di Andrew’s, il frequentato pub del civico 43 di via Palmieri, ci hanno fatto l’abitudine. Ma non passa giorno, senza che qualcuno chieda ad uno di loro, perché la chiesetta che si trova accanto al locale, non solo è sempre chiusa, ma per le erbacce che rigogliose crescono nel giardinetto antistante, non è neppure fotografabile.
«I più indignati - dicono - sono i turisti stranieri, evidentemente abituati a vedere sempre puliti ed in ordine i loro monumenti, che in confronto ai nostri, sono davvero pochi. Noi non sappiamo mai cosa rispondere, e per cambiare discorso, diciamo che la chiesetta è poca cosa, rispetto a quanto vedranno solo pochi metri più avanti, non appena arriveranno in quello splendore che è piazza Duomo».
E come dare loro torto? Il paragone, certo, neppure esiste, ma lo spettacolo che offre la chiesetta in questione è davvero mortificante. Si tratta di San Giovanni di Dio, conosciuta pure come Santa Maria della Pace, e fa parte dell’ex convento Fatebenefratelli, poi trasformato in scuola con nome di Istituto Margherita. Salvo qualche rara apertura per ospitare mostre di pittura e di artigianato, in attesa dei lavori di riqualificazione, chiesa ed Istituto sono chiusi da anni. E se per l’Istituto, un portone in legno non lascia vedere l’abbandono che quasi certamente si trova all’interno, per la chiesetta, il discorso è diverso. Almeno per quanto riguarda il giardinetto antistante, dove a farla da padrone è l’erbaccia. Che è davanti agli occhi di tutti, a cominciare proprio dai turisti, che provenienti da Porta Napoli, percorrono via Palmieri per raggiungere appunto piazza Duomo e proseguire poi per le altre zone del centro storico.
«Da soli o accompagnati dalle guide, si fermano a leggere le indicazioni sulla plancia turistica e poi guardano la facciata - aggiungono i ragazzi dell’Andrew’s -, ma pochissimi si fermano anche per fotografare. Sicuramente, tutta quell’erbaccia non li invoglia a farlo. Ma almeno il giardinetto, non si potrebbe pulire e tenere in ordine?».
San Giovanni di Dio venne realizzata fra il 1738 ed il 1742, dall’architetto Mauro Manieri. Consta di una sola navata con un altare sormontato da una Visione di San Giovanni, attribuita a Bonaventura Manieri. Delle numerose statue di cartapesta che conteneva, è rimasta solo una Madonna Orante; tutte le altre sono custodite nel Museo del Castello Carlo V.