NARDO' - «Fierezza e orgoglio per un anniversario della Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione comunista». Ah, no, dall’occupazione nazista. A Nardò il lapsus del vicesindaco Maria Grazia Sodero il 25 Aprile fa infuriare gli avversari. Accade nella mattinata di lunedì in piazza Salandra mentre autorità e cittadini festeggiano l’anniversario della Liberazione. Dopo corteo, raduno e corona di fiori in ricordo di Giacomo Matteotti, don Giovanni Minzoni, Giovanni Amendola e dei martiri delle Fosse Ardeatine, prende la parola tra gli altri il vicesindaco Maria Grazia Sodero (assente anche quest’anno dalle celebrazioni il sindaco Pippi Mellone). La numero due di Palazzo Personè, l’avvocatessa Maria Grazia Sodero, parla di «Liberazione dall’occupazione comunista» anziché di «Liberazione dall’occupazione nazista». È un evidente lapsus, come si evince dal resto del discorso dell’esponente della giunta Mellone, ma sufficiente a far scatenare via social gli avversari politici del sindaco Pippi Mellone e della sua squadra. Gli anti-Mellone accusano l’assessore di voler riscrivere la storia. Lei respinge al mittente le accuse e nel pomeriggio replica: «Per un banale lapsus, invece di “nazista”, ho detto “comunista”, che ovviamente non ha alcun senso logico o storico. Questo è. Del resto, basta ascoltare il discorso nella sua interezza per afferrarne il senso chiaro e univoco. Chi in queste ore sta facendo acrobazie ideologiche per giungere chissà dove – prosegue Sodero – è in malafede. Oltre che disperato». Dalla Sodero arriva anche l’invito ai cittadini di rivedere integralmente il suo intervento pronunciato in piazza per fugare ogni dubbio. A Nardò da diversi anni il 25 Aprile è oggetto di accese polemiche ma al «Var della Liberazione» non si era ancora arrivati.
E il grande assente, il sindaco Pippi Mellone? In queste ore si è fatto fotografare a Matera, dove con altri volontari si è recato per consegnare beni di prima necessità da inviare in Ucraina, attaccando «chi si ammanta di pacifismo giustificando il compagno che sbaglia Putin». Stavolta nessun lapsus.