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Poliambulatorio, a Martano lavori certificati e mai eseguiti: gli arresti

 
Carmela Formicola

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Carmela Formicola

Poliambulatorio, a Martano lavori certificati e mai eseguiti: gli arresti

Nei guai due dipendenti della Asl di Lecce. Coinvolti imprenditori di Bari e Taranto

Venerdì 07 Maggio 2021, 15:54

Lecce - Un fiume di soldi dall'Europa per il potenziamento del Poliambulatorio e per la messa in funzione del Centro Dialisi, a Martano. Un'opera importante finanziata con circa 4 milioni di euro (Por Fesr 2007 2013). Appalto aggiudicato nel 2011, primi dubbi sulle procedure nel 2017, oggi le misure cautelari e le informazioni di garanzia che hanno raggiunto dirigenti pubblici e imprenditori. Agli arresti domiciliari sono finiti Fiorenzo Pisanello, 66enne di Sannicola, residente a Lecce, responsabile dell’area tecnica dell’Asl di Lecce (ora in pensione), e Antonio Leo, 59enne di Soleto, componente dell’area tecnica Asl e direttore dei lavori fino al 2019, dal gennaio 2020 è funzionario amministrativo dell'istituto oncologico «De Bellis» di Castellana Grotte, dove si occupa anche di appalti. Il divieto di esercitare l'attività di impresa per un anno è stato inflitto dal gip di Lecce Simona Panzera a Francesco Reddavide, barese, 67 anni, socio e  amministratore unico della Altitecnica 85 srl. Informazioni di garanzia sono state notificate agli imprenditori Salvatore Martinelli, 61enne di Taranto e Cosimo Partipilo,  50 anni, di Modugno e ancora al 40enne Gaetano Natuzzi, di Gioia del Colle, responsabile del cantiere del Poliambulatorio e a Pantaleo Chiriacò, 64enne di Sternatia, autore del progetto esecutivo. 

Il pm Alessandro Prontera  contesta agli indagati i reati a vario titolo di peculato, abuso d'ufficio, frode nelle pubbliche forniture, favoreggiamento, falso materiale commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falso ideologico. Le indagini sono state avviate dalla  Guardia di Finanza di Otranto che nel 2017 visita la struttura di Martano nella sola ipotesi del danno erariale conseguente alla mancata apertura di Poliambulatorio e Centro Dialisi nei tempi contrattualmente stabiliti. Il potenziamento, secondo il progetto, era finalizzato al trasferimento dei servizi di Guardia Medica, 118 e Sert. Servizi che tuttora trovano sede in edifici inidonei e oltre tutto in affitto.   Pisanello e Leo, all'epoca in servizio nell'Ufficio tecnico della Asl avrebbero certificato lavori mai fatti per ottenere i finanziamenti europei. L'aggiudicazione dell'appalto è del 22 novembre 2011, l'impresa aggiudicataria è l'Ati Edimalt srl Electra Srl amministrate da Partipilo e Martinelli, la gara viene aggiudicata con un ribasso del 27, 3 per cento sull'importo a base di gara di 3.190.00 euro.

L'appalto dei lavori  viene affidato «a corpo» cioè con l'immodificabilità del prezzo da parte dell'impresa che si assume l'alea delle eventuali  variazioni dei costi in peius. Dopo l'approvazione del progetto definitivo nell'ottobre 2011, i lavori risultano formalmente avviati il 13 marzo 2012 ma già nel giugno 2014 il dirigente dell'area gestione tecnica dell'Asl  Pisanello e il direttore dei lavori  Leo, redigono una perizia suppletiva di variante corredata di elaborati tecnici che viene approvata con delibera dal direttore generale il 28 luglio 2014. I lavori risultano ultimati il 26 ottobre 2015 come  da certificazioni a firma congiunta dei dirigenti pubblici e del rappresentanti dell'Ati. Il collaudo viene fatto il 16 gennaio 2017. Sempre il direttore dei lavori Leo sottoscrive attestazione di conformità delle opere e agibilità il 5 maggio 2017.Le indagini hanno accertato le prime  anomalie già nella procedura di gestione del finanziamento pubblico (qui il pm ravvisa il reato di falsità ideologica) con riferimento all'attestazione di ultimazione dei lavori datata 28 ottobre 2015 ed al collaudo statico della nuova struttura del 16 gennaio 2017. Durante un'ispezione tuttavia  viene accertato che le reali condizioni del fabbricato, soprattutto nel piano seminterrato (che dovrebbe ospitare Risonanza magnetica, farmacia e Sert) sono  manifestamente incompatibili con quanto attestato: opere incomplete, locali in parte allo stato grezzo,  impianti elettrici non ultimati e infiltrazioni d'acqua. Altre stanze sono addirittura prive di intonaco, di pavimenti e di porte interne. Eppure alla Camera di Commercio di Lecce tutti questi lavori risultano regolarmente contabilizzati addirittura dal 2014 per un importo di 460mila euro. La struttura, in altre parole, è pronta ma solo sulla carta. Il controllo dei luoghi, rivela ben altra realtà.  Secondo i finanzieri,  che  l'appalto sia stato gestito in maniera illecita emerge anche dal sopralluogo dei vigili del fuoco di Lecce che verificano l'assenza dei requisiti delle norme antincendio. Un esempio: delle 56 porte tagliafuoco previste dal progetto solo 11 quelle installate. 

Opere mai eseguite per le quali sono stati chiesti e ottenuti finanziamenti pubblici: questa la tesi finale dell'inchiesta del pm Prontera, accolta dal gip.    

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