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Lecce riconoscerà la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki

 
Redazione online

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Lecce riconoscerà la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki

«Crediamo che la nostra città, con il suo tessuto civico fortemente impegnato a sostegno della causa, possa adottare in consiglio comunale all'unanimità questo atto, simbolico ma carico di significati»

Martedì 09 Febbraio 2021, 12:51

Lecce riconoscerà la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, «ingiustamente detenuto al Cairo per le sue opinioni, prigioniero di coscienza», come si legge in una nota del Comune. «Crediamo che la nostra città, con il suo tessuto civico fortemente impegnato a sostegno della causa, possa adottare in consiglio comunale all'unanimità questo atto, simbolico ma carico di significati, unendosi alle numerose città italiane che già hanno provveduto a concedere la cittadinanza a Zaki: Bologna, Milano, Napoli, Palermo, Ferrara, Bari e tante altre».

«In occasione del primo anniversario dell’arresto di Patrick, Lecce è stata un centro importante di proposta e mobilitazione, con la campagna promossa da Conversazioni sul Futuro, ‘Poster for tomorrow’ e Amnesty, alla quale il Comune ha aderito e offerto sostegno. I poster sono affissi in questi giorni alle plance collocate sui viali della città. Prima ancora, dal giugno dello scorso anno, è stato affisso su Palazzo Carafa uno striscione per chiedere la liberazione di Patrick. In queste ore è giunto l’appello per la concessione della cittadinanza onoraria sottoscritto da Movimento Europeo.it, Humanfirst.it, Fondazione Emmanuel, Terzo Millennio, Camera a Sud, che vogliamo raccogliere - sottolinea il sindaco Carlo Salvemini - Da tempo, inoltre, la mobilitazione a favore della liberazione di Patrick Zaki è stata sposata da diverse forze politiche rappresentate in Consiglio comunale, e sono sicuro che la proposta di concessione della cittadinanza onoraria potrà trovare unanime adesione come avvenuto nelle altre città italiane. Quella per il rispetto dei diritti umani, infatti, è una battaglia che non ha colore politico».

«Chiudo esprimendo un auspicio ulteriore: che il prossimo governo possa valutare attentamente il conferimento della cittadinanza italiana a questo giovane ricercatore, con la conseguente acquisizione dei diritti connessi, e possa adottare tutte le iniziative diplomatiche necessarie per giungere alla liberazione».

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