Affermazioni imprudenti, se non avventate, affidate a facebook nell’imminenza della “mitosi” del Ministero dell’Istruzione e dell’Università in due diversi dicasteri. Un’impulsività di giudizio che, come spesso accade sui social, produce istantanee deflagrazioni mediatiche e conseguenze politiche non pronosticate.
È quello che è accaduto a Paolo Morelli, il presidente del Consiglio comunale di Cavallino, vistosi costretto a rassegnare le dimissioni alla vigilia del giorno in cui dal Governo si annuncia lo spacchettamento del Miur, confermando l’individuazione dei due nuovi ministri Lucia Azzolina (Istruzione) e Gaetano Manfredi (Università e ricerca). Proprio quella prospettiva su cui il politico cavallinese era entrato a gamba tesa, falciando con un’audacia fin troppo esplicita la scelta del governo giallo-rosso.
Nei giorni scorsi, sul suo profilo, il politico si era abbandonato ad una riflessione. Lo stile non proprio impeccabile: «Fossi oggi uno studente - aveva rilevato - mi sentirei autorizzato a sputare in faccia costoro, prima ancora che possano proferire verbo».
A seguire, altre espressioni colorite, sempre di segno politico. Facile, nel gioco delle parti, perdere il sentiero della moderazione, salvo poi a fare pubblica ammenda per rimediare al pastrocchio. «Le parole da me dette non corrispondono al mio pensiero e si è trattato di un non voluto oltraggio a figure che comunque rappresentano personalità di alto livello culturale», si è scusato il presidente dell’assise cavallinese. Troppo tardi, però. Il sindaco e il suo gruppo consiliare avevano già preso le distanze, dissociandosi da quei toni poco “oxfordiani”. Ineluttabile, allora, la decisione del politico, eletto nel 2016: «Comunico in modo irrevocabile le mie dimissioni dalla carica di presidente del consiglio comunale», ha fatto sapere in una nota inviata al sindaco, motivando la sua scelta con «ragioni di opportunità, legate ad una mia sbagliata esternazione sui social network». Pubbliche scuse «prontamente espresse riguardo alla condotta da me tenuta, per evitare qualunque tipo di speculazione sulla vicenda e per salvaguardare l’immagine della maggioranza di governo», ha aggiunto il politico. Confermando ancora una volta - semmai ve ne fosse bisogno - come la piazza del web possa essere scivolosa (e dura) come il ghiaccio, se attraversata con la fretta dei facili giudizi.