Nella classifica degli alloggi occupati abusivamente al primo posto c’è Nardò, con ben 58 case popolari occupate senza alcun titolo, seguita da Lecce e Casarano, ferme, rispettivamente a 56 e 30.
Si tratta solo della punta dell’iceberg che, però, è sufficiente a testimoniare «un’emergenza che nel Salento si traduce - commenta il deputato 5Stelle Leonardo Donno - in malcontento, ingiustizia sociale e terreno fertile per fenomeni legati alla malavita organizzata».
I dati sono emersi grazie alla richiesta di accesso agli atti formulata da Leonardo Donno ad Arca Sud Salento, ente che si occupa della gestione e manutenzione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica.
Ad oggi, gli alloggi popolari salentini occupati abusivamente sono 405, che si aggiungono ai 323 sui quali pendono altrettanti procedimenti di decadenza. In totale, dunque, sono ben 728 gli alloggi attualmente abitati da chi non ne ha alcun diritto.
Lo scorso agosto, Donno aveva presentato, senza ottenere risposta, un’interrogazione all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Contestualmente aveva inviato una lettera ai sindaci di quasi sessanta comuni salentini, nei quali erano risultati in pendenza ben 323 casi di decadenza dal diritto di assegnazione di un alloggio popolare. Dunque erano emersi ben 323 sgomberi ancora al palo. I dati forniti da Arcasud, sommato ai dati recepiti in estate, rincarano la dose in chiave emergenza.
Nella sola città di Lecce sussistono 49 pratiche di decadenza e 56 occupazioni illegittime. Da qui la richiesta da parte di Donno di un incontro urgente con il Prefetto di Lecce. E proprio nei giorni scorsi la prefettura ha convocato Arca Sud per fare il punto della situazione.
«Ho appreso - commenta Donno - come finalmente il prefetto abbia deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine per accelerare sul fronte legalità. Di tempo ne è stato perso già abbastanza. Certo, non posso nascondere il mio personale rammarico per quel principio di collaborazione interistituzionale che avrei auspicato e che, di fatto, si è limitato a comunicazioni stringenti e telegrafiche, quasi fossero solo un atto dovuto. Al netto di questo, gioisco per un primo timido risultato. Bisogna andare avanti. Sto già procedendo ad integrare, con i numeri appena acquisiti, l’interrogazione presentata in estate al Ministero degli Interni. Sto redigendo altre missive da inviare ai Comuni interessati dall’emergenza. La domanda di alloggi pubblici è già inferiore alle disponibilità e le occupazioni acuiscono ancor più il problema. Ad ogni singolo primo cittadino ho chiesto di fare la propria parte, coltivando insieme un unico obiettivo: ripristinare la legalità, garantendo un’abitazione agli aventi diritto. Intendo proseguire su questa strada, chiedendo alla Prefettura un intervento urgente. Sperando, questa volta, di ricevere in cambio un “segnale”».
Donno ritiene che la legge 48 del 2017 e la circolare del ministero dell’Interno del settembre 2018 possano fungere da cornice di un’azione più incisiva con la cabina di regia delle Prefetture, attraverso l’istituzione di un comitato per la sicurezza per organizzare gli sgomberi.
«Quando si viene a conoscenza di un fenomeno che può rappresentare terreno fertile per fenomeni illegali, è nostro dovere - conclude Donno - andare avanti. I Comuni devono riservare maggiore attenzione e celerità d’intervento su questioni scottanti come questa. Abbiamo i mezzi per combattere la mafia ma non sappiamo usarli. Su questo continuerò a garantire massimo impegno in prima linea».