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«Samuele Donatoni ucciso da "fuoco amico"»

 

Mercoledì 22 Giugno 2005, 15:24

02 Febbraio 2016, 19:16

ROMA - Samuele Donatoni, l'ispettore dei Nocs ucciso nel '97 durante uno scontro a fuoco per la liberazione di Giuseppe Soffiantini, sarebbe rimasto vittima del cosiddetto «fuoco amico». Lo ha stabilito una perizia disposta dalla corte d'Assise di Roma nel processo contro Giovanni Farina, ritenuto uno dei sequestratori dell'industriale.
Donatoni, in particolare, è stato raggiunto da un colpo di pistola calibro 9 sparato dalla distanza di 50 centimetri a sinistra. Era in posizione prona. Il colpo sparato con la calibro 9 gli ha praticamente reciso l'aorta provocando un gravissimo shock emorragico.
Il proiettile è partito dalla pistola in dotazione ai Nocs che in località Riofreddo ebbero una sparatoria con i sequestratori dell'imprenditore Giuseppe Soffiantini. Ad attribuire al "fuoco amico" la responsabilità della morte dell'ispettore Donatoni sono state le perizie eseguite dal perito balistico Antonio D'Arienzo, dall'ingegnere dell'Enea Gerardo Cappannesi e dal medico legale Stefano Moriani, che oggi davanti alla IV Corte d'assise presieduta da Mario Almerighi hanno reso note le conclusione della loro indagine durante il processo che vede imputato per l'omicidio di Donatoni Giovanni Farina, che già sta scontando 28 di reclusione per il rapimento di Soffiantini.

PER OMICIDIO DONATONI GIA' CONDANNE DEFINITIVE PER I SEQUESTRATORI CUBEDDU, BROCCOLO E SERGIO
Per il sequestro di Soffiantini, e l'omicidio di Donatoni, sono già stati condannati in via definitiva il latitante Attilio Cubeddu, ergastolo, nonchè Osvaldo Broccoli e Giorgio Sergio, 25 anni di carcere.Per il rilascio dell'imprenditore bresciano furono pagati oltre 5 milioni di dollari, gran parte dei quali recuperati.
Farina è l'ultimo dei banditi ad essere processato poichè la sua posizione fu stralciata dal troncone principale del processo sul rapimento di Soffiantini, poichè l'Australia, paese dove fu arrestato nel '98 dopo un anno di latitanza, concesse l'estrazione prima per il sequestro e molto tempo dopo anche per l'uccisione dell'ispettore di Nocs.
La perizia era stata disposta dalla corte d'assise alla luce di presunte contraddizioni emerse, nel corso del processo, nella ricostruzione del conflitto a fuoco. Alla base delle conclusioni dei periti la quantità di antimonio rilevata sui fori d'ingresso e di uscita del proiettile, ritenute compatibili con la pistola calibro 9 parabellum e le prove di sparo sulla tuta indossata dalla vittima. Tutti elementi - hanno sottolineato i periti - che portano all'esclusione del kalashnikov come arma responsabile della morte dell'ispettore dei Nocs.
Farina, per il quale il pm Ionta ha già sollecitato la pena dell'ergastolo per l'omicidio Donatoni, ha assistito impassibile in video conferenza dal carcere di Ascoli Piceno alla esposizione delle conclusioni peritali. Il suo difensore, Caterina Calia, così come il rappresentante di parte civile, Armando Macrillò, si sono riservati di interrogare i tre periti nel corso dela prossima udienza. La sentenza è invece prevista per il 19 ottobre.
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