BARI - La lista dei candidati al ruolo di membro laico del Csm si chiude sabato 10 dicembre, ma tra gli aspiranti ci sono già molti avvocati o accademici pugliesi e lucani, o giuristi, il cui impegno ha incrociato la Puglia. La votazione sull’elenco finale è prevista il 13 dicembre, a Camere riunite.
Tra i primi a candidarsi c’è stato Mario Antonio Ciarambino, già presidente dell’Ordine degli avvocati di Foggia e candidato di Fi al Senato alle ultime elezioni (è responsabile del dipartimento regionale degli azzurri per la Giustizia), insieme a Cristiana Coviello, avvocato cassazionista, esperta in diritto di famiglia (figlia del parlamentare centrista Romualdo, e già candidata non eletta con la sinistra di Leu alle politiche del 2018). Concorrono anche gli avvocati baresi Vito Antonio Depalma (già coordinatore comunale a Giovinazzo per la sigla fittiana Direzione Italia) e Pasqua Facciolongo.
Capitolo accademici: ci sono Luigi Pannarale, avvocato e professore ordinario di Sociologia del diritto all’Università di Bari, nonché coordinatore dell’osservatorio sulla detenzione amministrativa di immigrati e richiedenti asilo in Puglia, e Michele Dionigi, avvocato amministrativista e ricercatore di Diritto costituzionale nel dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo «Aldo Moro».
Ha infine svolto un incarico legale mediaticamente rilevante in Puglia l’avvocato Valter Biscotti, già difensore di parte civile della mamma, del papà e del fratello di Sarah Scazzi, nella drammatica vicenda di Avetrana. È connesso alla Puglia per vicende politiche legate allo statuto-non statuto dei grillini Lorenzo Borrè, avvocato e alpinista, vero incubo dell’ex premier Giuseppe Conte per la serie di ricorsi con cui ha smontato in questi mesi nuovi ordinamenti del Movimento cinque stelle. Tra le figure di rilievo nazionale risalta pure Gaetano Pecorella, ex berlusconiano poi passato con Mario Monti, divenuto celebre per la querelle delle leggi ad personam della stagione del tycoon lombardo. Tra gli ex parlamentari in lizza c’è anche l'ex An Nino Lopresti.
Sulla base della riforma dell’ex ministro Marta Cartabia, il numero dei componenti dell’organo è salito da 24 (16 togati e 8 laici) a 30 (20 togati e 10 laici), oltre ai tre membri di diritto (il presidente della Repubblica, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione).
Come si viene eletti? È necessaria la maggioranza dei tre quinti del totale dei deputati e senatori, un quorum che costringe ad accordi trasversali e intese (oltre il proprio perimetro identitario) tra maggioranza e opposizioni. L’elenco di 35 candidati nei prossimi giorni sarà ovviamente integrato da altri aspiranti.