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la lunga crisi Inflazione, lucani e pugliesi resistono

 
La spesa degli italiani e la classifica delle città più care: pugliesi e lucani resistono

la spesa degli italianiLa classifica delle città più care. A Brindisi in aumento le tariffe delle scuole materne

Giovedì 27 Ottobre 2022, 16:35

16:36

Le città pugliesi e lucane reggono all’urto dell’inflazione. Queste almeno le indicazioni giunte da uno studio dell’Unione nazionale consumatori che ha elaborato i dati Istat di settembre su alcuni specifici capitoli: cibo, scuole materne, acqua e rifiuti, ristoranti e alberghi.

Nella classifica delle città più care balza solo Brindisi, all’ottavo posto, per la spesa delle famiglie per le scuole materne. Potenza, viceversa, si segnala per i costi assolutamente contenuti del comparto alberghiero.

Lo studio è stato fatto sugli ultimi dati Istat, analizzando tutti i rincari di ogni città e stilando la classifica completa di quelle con i maggiori rialzi annui per quanto riguarda cibo e bevande, acqua e rifiuti, scuola dell’infanzia, ristoranti e alberghi.

Per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, se in Italia sono saliti dell’11,7% su settembre 2021, equivalenti a una stangata pari in media a 660 euro in più su base annua, in molte città è andata molto peggio.

A guidare la classifica è Cosenza, che per cibo e bevande segna un ulteriore balzo annuo, +16%, pari a +1034 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media. Al secondo posto Ascoli Piceno, con un incremento dei prezzi del 14,2% e un aggravio annuo pari a 773 euro, al terzo Viterbo dove mangiare e bere costa il +14,1% in più, 785 euro.

Sull'altro versante, la città più risparmiosa per mangiare e bere è Bergamo, dove i prezzi crescono «solo» dell’8,7%, pari a 498 euro.

Per Fornitura acqua e servizi vari connessi all'abitazione, ossia fornitura acqua, raccolta rifiuti e spese condominiali, se in Italia l'inflazione tendenziale di settembre è bassa, +1,8%, a Catania è più di 9 volte tanto, +16,4%. Al 2° posto Bolzano con +12,4%, quasi 7 volte tanto la media nazionale, al 3° Verona con +9,7%. Le città pugliesi e lucane sono al di sotto della media nazionale.

Ben 21 città sono invece in deflazione. La più virtuosa Reggio Emilia (-4,5%), al 2° posto Perugia (-3,6%), al 3° Caltanissetta (-3,3%).

Per quanto riguarda la Scuola dell'infanzia ed istruzione primaria, che comprende Scuola dell'infanzia privata e Scuola primaria privata, si profila una vera stangata per le famiglie di Ancona, dove rispetto allo scorso anno questi servizi costano il 12,1% in più. Bari è invece a 0: né cresce nè decresce.

Per i Servizi di ristorazione ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria, a fronte di un'inflazione annua pari, per l'Italia, a +5,9%, a Cosenza i ristoranti rincarano rispetto a settembre 2021 del 9,9%. Al secondo posto Palermo, con +9,4% e al terzo Verona, +9,2%.

La città più risparmiosa è Lodi (1,7%), in seconda posizione Campobasso (+2,2%). Al terzo posto Vercelli (+2,4%).

I Servizi di alloggio, ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù a settembre costano in Italia il 16% in più rispetto allo scorso anno. (red. p.p.)

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