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Piano casa pugliese, al via la mediazione

 
Marco Seclì

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Marco Seclì

Piano casa pugliese, al via la mediazione

Giovedì nuovo incontro. Amati insiste: «Fare in fretta»

Mercoledì 04 Maggio 2022, 10:39

13:12

Si apre uno spiraglio per il varo del Piano casa della Regione Puglia. La strada per arrivare all’approvazione, fin qui più accidentata che mai, potrebbe mettersi in discesa dopo la riunione di maggioranza di ieri.

Il condizionale è d’obbligo vista la serie di contrasti, di polemiche e di fumate nere in commissione che hanno caratterizzato l’iter del provvedimento. All’incontro di ieri hanno partecipato i capigruppo del governo Emiliano, l’assessore regionale all’Ambiente e all’Urbanistica Anna Grazia Maraschio, il presidente della commissione competente Paolo Campo, il presidente della commissione Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati.

Sul tavolo proprio le proposte di legge sul programma eco-casa, la nuova disciplina in sostituzione della vecchia legge sul Piano casa, firmata da Amati e quella, non ancora formalizzata, dell’assessore Maraschio. La discussione si è incentrata sull’analisi dei punti di contrasto e di convergenza fra le due bozze. Si è trattato di valutazioni preliminari utili a inquadrare i nodi da sciogliere. La riunione è stata aggiornata a giovedì prossimo, quando la maggioranza si è riproposta di mettere a fuoco gli argomenti per trovare una mediazione e arrivare finalmente a una proposta unitaria.

Ma quali sono le divergenze da appianare tra i testi di Amati e Maraschio? Si parte dall’indice di premialità. Amati prevede il 35% per demolizioni e ricostruzione e il 20% per ampliamenti, l’assessore Maraschio il 25% e il 20%.

Poi c’è la questione di quali aree omogenee assoggettare al regime premiale previsto dalla legge. E, ancora, il problema delle varianti dei Comuni che la Regione è chiamata ad approvare, per le quali Amati invoca tempi molto brevi.

Ci sarà ancora da discutere, per conciliare le esigenze del settore edilizio, che attende regole certe, e quelle ecologiche e paesaggistiche, su cui da sempre alzano gli scudi gli ambientalisti. Dopo ieri, però, le distanze appaiono non inconciliabili. È la speranza di Fabiano Amati, che aveva spesso incalzato la maggioranza denunciando i ritardi e minacciando, se lo stallo non fosse stato superato, di portare il suo testo direttamente in consiglio regionale.

«Ancora una volta - ribadisce Amati - il mio auspicio è che si faccia in fretta, perché l’edilizia è un settore ad alta densità di posti di lavoro e non può attendere le lungaggini della politica, deve poter contare su certezze per garantire programmazione e investimenti». Il consigliere Pd difende la filosofia del Piano casa pugliese mettendolo al riparo da critiche «ideologiche». «Si tratta - sostiene - di uno strumento di ambientalizzazione, perché evita il consumo di suolo e obbliga all’uso di materiali necessari all’efficientamento energetico. Uno strumento di realtà, che cammina sulle gambe delle persone e non vola sulle nuvole dell’ideologia».

Ancora fibrillazioni in maggioranza

Ancora fibrillazioni nel centrosinistra di maggioranza pugliese sul nuovo Piano casa. Da una parte il Pd, con il consigliere Fabiano Amati, chiede di accelerare con l’approvazione del nuovo testo; dall’altra il gruppo «Con Emiliano» frena.
«Non siamo «bravi» se facciamo in fretta - dice il consigliere Stefano Lacatena di «Con Emiliano» - ma se dotiamo la Puglia di una legge seria e ben fatta in tempi ragionevoli: per questo, sento di invitare alcuni colleghi di maggioranza a desistere dall’accelerata che si vorrebbe dare al Piano casa. Domani ci sarà il secondo round della riunione di maggioranza sul tema ed io auspico che ci sia un approccio non da gara: non abbiamo nessuno alle spalle a rincorrerci. C'è invece un traguardo a cui arrivare al meglio. Non si può procedere, su alcuni punti spinosi, senza coinvolgere di nuovo gli operatori, le associazioni di categoria e gli ordini professionali. Ci basta un solo giorno, due al massimo, per fare tesoro delle osservazioni di chi, poi, sarà chiamato a districarsi nei meandri della legge. Così come - conclude - non vorrei che la stessa fretta determinasse un testo che scarica sui Comuni oneri insostenibili con un approccio normativo di applicazione a dir poco complessa».

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