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«Centrodestra? Un’alleanza perdente Emiliano è il riferimento del fare»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

«Centrodestra? Un’alleanza perdente Emiliano è il riferimento del fare»

Lacatena, capogruppo regionale di Fi, attacca gli azzurri e guarda ai civici

Sabato 09 Aprile 2022, 13:39

Forza Italia corre il rischio di perdere pezzi in Consiglio regionale e nel Barese a poche settimane dalle prossime elezioni amministrative, possibile occasione di rivincita per il centrodestra. Stefano Lacatena, monopoltano, eletto in Via Gentile dove ricopre l’incarico di capogruppo degli azzurri con circa 9mila preferenze esprime alla «Gazzetta» il profondo malessere nel militare« nel partito guidato da Mauro D’Attis, Dario Damiani e Francesco Paolo Sisto» e in una coalizione che non costruisce le basi per le future vittorie. «Non è un mistero il mio malessere: a nessuno piace far parte di una squadra perdente che vuole continuare a perdere. Perché è questa la condizione del centrodestra pugliese». Da qui lo sguardo al mondo civico.

Consigliere Lacatena, da dove nasce questo malcontento?

«È un sentimento che nutro soprattutto nei riguardi del mio partito: sono entrato in Forza Italia con grande entusiasmo, ritenendo che fosse il miglior contenitore attuale per costruire nel centrodestra. Ritengo ancora che possa essere, volendo, un riferimento della coalizione in crescita in Puglia. A una condizione».

Quale?

«Bisogna voler vincere. Purtroppo non c’è alcuna agibilità per chi vuole rimboccarsi le maniche e girare per i comuni».

Una accusa agli azzurri?

«Non c’è spazio per chi vuole dedicare la sua attività a far crescere il partito. C’è solo chiusura e spirito di conservazione. Tutto l’entusiasmo che avevo è smarrito. La situazione è mortificante».

Cosa bisognerebbe fare?

«La storia politica da cui provengo (quella della destra post-Msi, ndr) mi porta a non concepire l’immobilismo perché abbiamo orientato i nostri anni al “fare”: abbiamo raccolto competenze che nel perimetro in cui ci troviamo sembrano non apprezzate. Per questo siamo offesi».

Ma lei è capogruppo in consiglio regionale.

«È un incarico prestigioso, ma non esclude la presenza sul territorio né può giustificarne l’esclusione. Nel frattempo, invece, dall’altra parte cercano un dialogo proprio perché sul campo, a Monopoli, abbiamo dimostrato di saper amministrare bene, costruendo sempre grandi progetti per la città».

Riceve attenzioni dal centrosinistra?

«Rispondo con una domanda: perché altrove apprezzano le mie qualità e nel partito in cui sono stato eletto, invece, no? È anche questa la ragione che mi sprona a fare una riflessione, sebbene sia legato ai miei colleghi del gruppo consiliare da affetto e stima».

Il governatore Michele Emiliano resta attrattivo per tanti che vengono da destra e centrodestra.

«Il presidente è l’unico punto cardinale in questo caos per chi vuole fare politica in Puglia. E mi domando: quello che sta facendo con le liste civiche, non avremmo potuto farlo noi? Ma se vogliamo che le persone tornino a credere in noi, bisogna dare un motivo. Per quali bisogni combattiamo? Se si continua a camminare sopra le acque, senza stare tra la gente, non si va da nessuna parte».

Come andranno le prossime comunali?

«Lo abbiamo visto anche alle ultime amministrative: il centrodestra ha fatto un tonfo, Forza Italia in primis, eppure non c’è stata alcuna riflessione e addirittura c’è stata una sfilza di comunicati stampa in cui si esaltavano magre, piccole e consolatorie vittorie. A che serve “esserci” se non si può fare la differenza sul campo? Non voglio fare la Cassandra, ma se non sé cambiato nulla dopo gli ultimi ko, non si potrà certo realizzare un capolavoro. Per questo spero che nei comuni vincano persone soprattutto competenti».

Con chi ha discusso del suo malpancismo in Fi?

«Ci sono tanti dirigenti azzurri di spessore, ma ho superato l’età per riconoscermi in qualcuno o tifare per qualcuno. Oggi bisogna dialogare con tutti per dare un contributo a un partito o a una comunità da governare».

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