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Il verbale: «Così il marito dell’assessore Maurodinoia compra i voti e riesce a controllare le elezioni»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Il verbale: «Così il marito dell’assessore Maurodinoia compra i voti e riesce a controllare le elezioni»

Armando De Francesco

I verbali dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Sandro Cataldo

Domenica 20 Febbraio 2022, 10:41

04 Aprile 2024, 12:19

BARI - C’è un «pentito», tra virgolette, dietro l’inchiesta della Procura di Bari sulla compravendita di voti nelle elezioni comunali di Triggiano. È un giovane consigliere di una circoscrizione di Bari, Armando De Francesco, che - senza sapere di essere registrato da un sottufficiale della Finanza, il maresciallo Gerardo Leone, all'epoca  sospeso in quanto coinvolto in una inchiesta parallela- ha raccontato quello che i carabinieri ritengono essere il «metodo Sandrino». Al secolo Alessandro Cataldo, marito dell’assessore regionale Anita Maurodinoia, ovvero il principale indagato nel fascicolo coordinato dal procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dai pm Claudio Pinto e Savina Toscani. I loro accertamenti - culminati nelle perquisizioni del dicembre 2021 - si sono spinti fino al 2019, abbracciando cioè sia le elezioni comunali del capoluogo pugliese che quelle per la Regione. Consultazioni in cui «Sud al Centro», il partito della coppia Cataldo-Maurodinoia ha come sempre spopolato.

Leone aveva motivi di astio con Cataldo perché era stato arrestato dopo una denuncia del politico, che lo accusava di avergli chiesto soldi in cambio di informazioni su una inchiesta giudiziaria (il processo ha poi accertato che le informazioni di cui si parla erano già sui giornali). Dopo la registrazione del colloquio fatta da Leone e portata in Procura, il giovane consigliere De Francesco è stato chiamato dai carabinieri e ha negato tutto: la reticenza è costata anche a lui l'iniziale iscrizione nel registro degli indagati. "Un elemento di novità - si legge negli atti relativi all'arresto di Cataldo e De Francesco - era piuttosto portato ancora una volta dal maresciallo Leone che con ulteriore e apposita relazione di servizio riferiva ai suoi medesimi superiori della telefonata ricevuta da De Francesco nella serata del 16 febbraio 2021, nel corso della quale quest'ultimo lo avrebbe informato di essersi nel frattempo rivolto e confrontato con il consigliere regionale Davide Bellomo suo amico di vecchia data e che su consiglio di quest'ultimo (cioè di Bellomo, ndr) [De Francesco] si era recato dall'avv. Michele Laforgia per chiedergli espressamente di fissare un appuntamento in Procura con un magistrato al quale avrebbe direttamente rilasciato le dichiarazioni già anticipate a loro".

Il verbale con le parole di De Francesco era già andato in discovery perché depositato al Riesame, che si è espresso all'epoca (respingendo tutto) sui ricorsi di alcune delle persone perquisite a Triggiano. Ma le parole del consigliere del Municipio sono nei fatti al centro del procedimento a carico di Cataldo.
«Senti allora - dice il consigliere De Francesco nella registrazione fatta da Leone - io ho tutti questi contatti, più di 2.000 persone che noi... Ogni volta che facevamo la campagna elettorale noi facevamo diciamo compravamo i voti, ti dico anche il sistema che facevamo, lui che è un genio su questo bisogna riconoscerlo, lui aveva un sistema infermale che nessuno sa al mondo secondo me. Lui si sapeva dire se lo votavi o meno attraverso questa tecnica». Lui è, appunto, Sandrino. «Allora lui usava me perché tra i giovani avevo molte amicizie, noi pagavamo 50 euro a voto, come faceva lui a vedere e a sapere se tu avessi votato o meno, lui nel frattempo la prima fase consisteva in questo: reclutare le schede elettorali, carte d’identità, le fotocopie e il numero di telefono. (...) Noi li contattavamo tutti, cioè quindi noi il venerdì dicevamo “vedi che tu domani devi venire a quest’ora, in questo momento, in questa sede. Che venivano a fare loro? Loro venivano, noi davamo dei fac-simili di votazione. Quando si dice che il voto è segreto è bugia perché tu lo scopri dopo due secondi, attraverso il suo metodo, e quello quando andava a vedere che c’era ti pagava altrimenti non ti pagava». Un sistema scientifico: «Nel senso che a te diceva “metti la X sul sindaco, non mettere la X sul partito e scrivi Anita Maurodinoia” (...). All’altra famiglia, all’altra persona diceva (...) metti la X sul partito e scrivi Maurodinoia Anita». E poi, alla fine, «quando andavano a fare lo spoglio (...), quello si segnava le formule».

I carabinieri del reparto operativo di Bari, agli ordini del maggiore Leonardo Bochicchio, parlano di «sagace operosità» da parte di Cataldo, che nelle elezioni di Triggiano (poi vinte dallo schieramento di cui fa parte) avrebbe fatto tutte le parti in commedia: «Cerca di confondere l’opinione pubblica - scrivono i carabinieri - dedicandosi, in prima persona, al sostegno di due candidati della lista “Triggiano al Centro”, quest’ultima riconducibile al più ampio movimento politico “Sud al Centro” che annovera quale massima espressione politica la moglie Maurodinoia Anna detta Anita mentre, a sostenere i candidati della lista “Con”, impiegava soggetti a lui vicini ed alle sue dirette dipendenze». Uno di questi, un «supporter» della lista Con, è stato sorpreso in flagranza dai carabinieri a consegnare 50 euro a testa a due elettori quarantenni.

Cataldo è ritenuto «l’ideatore e il capo del Sistema», ovvero il promotore e l’organizzatore di una associazione a delinquere finalizzata a procacciare voti con modalità illecite. Dopo le perquisizioni di dicembre 2021, l’assessore Maurodinoia aveva dichiarato di «non occuparsi più della lista “Sud al Centro”».

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