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«Glieli diamo 2mila euro?», la contabilità delle mazzette dei Di Carlo dopo lo scandalo a Bari

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«Glieli diamo 2mila euro?», la contabilità delle mazzette dei Di Carlo dopo lo scandalo a Bari

La Finanza: hanno pagato tangenti per 150mila euro e ottenuto appalti del dissesto idrogeologico per 1,8 milioni

Lunedì 27 Novembre 2023, 13:08

BARI - «Ci vulimm dà na dumila euro a Bitetto?». Una intercettazione del 4 marzo 2020 fotografa il metodo di Tonino Di Carlo, l’imprenditore di Lucera finito in carcere il 30 ottobre nell’inchiesta della Procura di Bari sugli appalti del dissesto. Stamattina il Tribunale del Riesame (presidente Mastrorilli) discuterà i ricorsi di quattro delle persone coinvolte tra cui, appunto, il 62enne costruttore e sua figlia Carmelisa, 33 anni, finita ai domiciliari. Ma l’accusa, con i pm Claudio Pinto e Savina Toscani, aveva chiesto il carcere anche per la giovane ingegnera.

La persona di cui si parla nell’intercettazione a proposito dei 2mila euro è un ex funzionario della Regione, Francesco Bitetto, accusato di aver preso soldi per lavori sulla viabilità: a suo carico non sono state chieste misure cautelari proprio perché nel frattempo è andato in pensione. Il dialogo captato nell’auto in cui Di Carlo è insieme alla figlia al mattino presto viene valorizzato dalla Procura per raccontare come l’uomo gestiva i rapporti con i dipendenti pubblici. E infatti l’inchiesta era stata battezzata «Ossigeno», da un’altra frase pronunciata da Di Carlo a proposito dei soldi da elargire a qualche dipendente pubblico...

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