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Aslak Nore al Libro Possibile: «Ho detto no alla censura di Putin»

 
Redazione online

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Aslak Nore al Libro Possibile: «Ho detto no alla censura di Putin»

L'autore dialoga con il giornalista della Gazzetta Fulvio Colucci al festival di Polignano: 'volevano cambiassi il romanzo'

Sabato 12 Luglio 2025, 18:27

Un thriller, ambientato nelle isole Svalbard, nel nord della Norvegia e una concessione mineraria, fonte di tensione tra l’intelligence nazionale e la Russia di Putin. Sono fra gli elementi alla base di Gli eredi dell’Artico, secondo volume della trilogia dei Falck (in Italia edita da Marsilio) firmata da Aslak Nore, autore di bestseller, che per i tanti riferimenti reali nel romanzo, allo 'zar', e ai suoi servizi segreti, si è trovato di fronte a un ultimatum per la pubblicazione in Russia (dove era già uscito il primo capitolo, Il Cimitero del mare, ndr). Lo scrittore norvegese però ha detto no alla censura. «La mia editrice nel Paese, che pure vive in esilio perché è una feroce critica di Vladimir Putin, mi ha detto che sarebbe stato impossibile far uscire il libro così com'era in Russia» spiega l’autore a Il libro possibile, il festival sostenuto da Pirelli, in corso a Polignano a Mare.
«Per la squadra della casa editrice rimasta in Russia, sarebbe stato pericoloso, per le accuse che formulo nel romanzo, che contiene i nomi di molti ufficiali dell’intelligence del Cremlino, politici e così via, e alcuni elementi sui meccanismi segreti dei loro servizi spionistici che non erano così noti in Occidente» aggiunge Nore. Secondo l’editrice «l'unica opzione era censurare nomi e situazioni, e allora ho detto, 'no, grazie, preferirei ritirare il librò, e così ho fatto. Come scrittore libero, non è qualcosa a cui posso soccombere, non posso accettarlo».
Al centro della trilogia fra dramma e thriller ("il terzo volume uscirà in Italia l’anno prossimo» annuncia Nore) ci sono i Falck una delle famiglie più influenti della Norvegia, «che nasconde molti segreti» spiega. In questo secondo libro, troviamo Sasha Falck, appena nominata direttrice della Fondazione di famiglia, la Saga, che organizza una spedizione di ricerca a Spitsbergen, la più popolosa delle isole Svalbard. E' un’area di grande interesse geopolitico che promette grandi ricchezze, dove si concentrano gli appetiti degli eredi di una delle più importanti dinastie di armatori della Scandinavia ma anche le mire russe.
Nella storia «vediamo come le vite degli individui siano intrecciate con le grandi forze della storia. E sappiamo anche che, in termini di geopolitica ed ecologia, l’estremo nord è uno dei luoghi più importanti del mondo oggi. È lì che il cambiamento climatico sta procedendo più rapidamente, ed è anche lì che la tensione tra Russia e Occidente è forse più palpabile" osserva Nore. Quando ha iniziato a scrivere il romanzo «non ho pensato alla possibilità che in Russia venisse censurato. Ho cominciato prima dell’invasione dell’Ucraina, e allora era ancora possibile pubblicare libri apertamente critici nei confronti di Vladimir Putin e del regime russo. Ma le cose sono cambiate». La storia «affronta anche una certa ambivalenza che c'è nel nord del mio Paese, dove vivono anche molte persone che hanno una forte passione per la Russia, perché storicamente, vedono russi e sovietici come liberatori. E’ un altro aspetto della trama. Ma io trovo il regime in Russia assolutamente abominevole, e non mi arrenderò alla censura, questo è certo»

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