BARI - È tra coloro che sono rimasti separati dalle radici, Zaccaria Hamlili. Il 28enne italo-marocchino è rimasto a Bari, a disposizione del club, ma la sua famiglia è a Brescia, peraltro in una delle zone maggiormente funestate dalla pandemia da coronavirus. È stato fin qui un anno particolare per il numero otto dei galletti. Lui, abituato ad essere sempre in campo, come è avvenuto nella cavalcata dalla serie D alla C, ha vissuto un torneo tribolato: prima un intoppo muscolare, poi la frattura alla clavicola, infine lo stop all’attività che ha fermato pure lui, proprio nel momento in cui era in recupero. Eppure, quando è stato disponibile, si è puntualmente rivelato irrinunciabile. Per Giovanni Cornacchini all’alba della stagione, così come per Vincenzo Vivarini. E se nello scorso torneo aveva impiegato 26 turni per segnare il suo unico gol, adesso era già a quota due reti (coincise con le vittorie su Ternana e Casertana).
Un alto rendimento che, malgrado le giornate saltate per infortunio, ha convinto il Bari a rinnovargli il contratto in scadenza al prossimo giugno fino al 2022. «Non posso negare che il momento sia difficile per tutti gli italiani», confessa Hamlili. «Ma non abbiamo grandi alternative: per provare ad uscirne, dobbiamo essere ligi nel rispettare le indicazioni che arrivano dalle istituzioni. Io sono rimasto a Bari, la mia famiglia è a Brescia e mi manca tanto: aspetterò il momento per riabbracciarli. Le mie giornate scorrono un po’ come quelle dei compagni: mi alleno con gli strumenti messi a disposizione della società, la sera spesso gioco alla play station on line con i miei amici oppure guardo un film o delle serie tv su Netflix».
Ammette che il campo gli manca tantissimo. «Non posso negare che mi sia dispiaciuto moltissimo interrompere il campionato proprio quando ero rientrato dall’infortunio alla spalla. Peraltro, stavamo per tuffarci nella fase decisiva del torneo: eravamo in serie positiva, credevamo comunque di poterci giocare le nostre carte in chiave promozione. Ma è pur vero che si è presa la decisione migliore per tutelare la salute anche di noi atleti. Adesso, però, si deve lasciare al campo la parola sui verdetti: serve un criterio meritocratico per sancire l’esito di una stagione, non certamente un sorteggio».
Anche perché lui ormai si è legato a doppio filo ai galletti.«Ho tanti sogni nel cassetto - conclude Hamlili -, ma ragioniamo per gradi. La priorità adesso è raggiungere la B, possibilmente subito. Una piazza meravigliosa come Bari in C non può stare».